In seguito alle dichiarazioni di Alberto Zangrillo, direttore delle unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toracico-vascolare dell’ospedale San Raffaele di Milano, è intervenuto a “La Vita in Diretta” il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’università di Pisa, il quale ha commentato:Ha ragione il dottor Zangrillo, siamo in una fase di prosciugamento dell’epidemia. Su un milione di infezioni, troviamo mille casi che vanno a finire in ospedale, mentre su mille infezioni, invece, individuiamo un solo caso. Grazie alla prevenzione e agli sforzi compiuti in questi mesi abbiamo bloccato la corsa del Coronavirus”. Per essere sicuri, a fronte dei dati incoraggianti in merito alla pandemia in Italia, secondo il professor Lopalco bisogna “tenere ancora alta la guardia, senza essere paranoici e avendo un po’ di buon senso. Occorrerà monitorare attentamente il comportamento di questo virus. Ci sono grandi scienziati che lo stanno studiando da vicino: se il Covid-19 mutasse, dovremmo cambiare strada”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



ALBERTO ZANGRILLO: “NON CI SONO MALATI GRAVI DA 40 GIORNI”

Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toracico-vascolare dell’ospedale San Raffaele di Milano, è amareggiato per le polemiche scaturite dopo le sue dichiarazioni sul coronavirus. Non sono mancatele prese di posizione di alcuni membri del Comitato tecnico-scientifico. «È veramente strano constatare che la verità porti alla contrapposizione tra scienziati. Questo non è bello per chi ci ascolta. Ho dichiarato, e lo ripeto, che “il virus è clinicamente inesistente”. Non ho mai affermato che il virus è mutato», ha dichiarato all’AdnKronos Salute. Zangrillo ha spiegato che le sue dichiarazioni nascono dall’osservazione clinica, dal confronto con la direzione scientifica e la componente clinica della sua università di appartenenza.



Zangrillo, dunque, non si rimangia quello che ha detto, anzi lo ha ribadito pure a Open. «La verità è che non arrivano malati gravi da 40 giorni: il Covid-19, dunque, ha una carica virale quantitativamente inferiore rispetto a quella osservata due mesi fa nei tamponi. Questo significa che siamo davanti a pazienti con sintomi lievi o asintomatici che non necessitano di cure in ospedale». Zangrillo invita dunque a non fare terrorismo mediatico e a trattare gli italiani con buonsenso: «I decessi registrati oggi non sono altro che quelli ricoverati in terapia intensiva da due mesi». (agg. di Silvana Palazzo)



ZANGRILLO “NON SONO PENTITO”

Rimane fermo sulla propria posizione il professor Zangrillo, primario dell’ospedale San Raffaele di Milano, che ieri ha attirato verso di se numerose critiche dopo aver spiegato come il coronavirus, dal punto di vista clinico, sia morto. Quest’oggi ha parlato con i colleghi di Radio24 e nell’occasione ha ribadito: “Non sono pentito. Ho detto la verità. Sono rinfrancato dalla forza della verità – ha proseguito – perché quello che ho detto non è che il virus è scomparso, come maliziosamente qualche testata ha messo nei titoli. Io sono certo che il virus sia ancora tra di noi, però ci sono tanti virus tra di noi. Io ho detto testualmente ‘il virus è clinicamente scomparso’. Se uno omette il clinicamente per farmi del male, fa del male a se stesso”. Quindi Zangrillo ha puntato il dito nei confronti degli scienziati: “Una cosa che trovo fastidiosa di questo paese è che i clinici siano da una parte e gli scienziati dall’altra. Noi dobbiamo intenderci sulla qualifica di scienziato perché se andiamo a vedere i parametri io sono molto più scienziato di tanti autoproclamatisi scienziati, anche facenti parte del comitato tecnico“. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LOCATELLI VS ZANGRILLO “MESSAGGIO SBAGLIATO

Bufera su Alberto Zangrillo, direttore della Terapia intensiva del San Raffaele di Milano, secondo cui «clinicamente il nuovo coronavirus non esiste più». Luca Richeldi, direttore di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico, parla di «messaggi fuorvianti». Il fatto che la pressione sugli ospedali si sia ridotta drasticamente, spiega Richeldi, è legata alle drastiche misure di contenimento adottate dall’Italia.

Su Zangrillo e le sue dichiarazioni si è espresso anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico. «Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto. Basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo coronavirus».

Contrariata anche la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa: «È un messaggio sbagliato. In attesa di evidenze scientifiche a sostegno della tesi della scomparsa del virus, della cui attendibilità saremmo tutti felici, invito invece chi ne fosse certo a non confondere le idee degli italiani, favorendo comportamenti rischiosi dal punto di vista della salute». (agg. di Silvana Palazzo)

ZANGRILLO “CORONAVIRUS CLINICAMENTE NON ESISTE PIÙ”

Clinicamente, il Coronavirus non esiste più. Lo ha detto il primario del San Raffaele di Milano, e direttore del reparto di terapia intensiva, Alberto Zangrillo. Intervenuto alla trasmissione Mezz’ora in più, in onda su Rai Tre, il primario ha parlato in particolar modo della situazione in Lombardia e ha detto che quanto si sente oggi gli provoca un moto di risate: “Circa un mese fa sentivamo gli epidemiologici temere una nuova ondata per la fine di maggio/inizio di giugno” ha ricordato, sottolineando come al centro dell’eventuale problema ci sarebbero stati ancora i posti da occupare in terapia intensiva, come accaduto all’inizio della pandemia. La realtà secondo lui è un’altra, ed è quella che abbiamo riportato inizialmente: clinicamente il Covid-19 non esiste più. Chi dice questo? Uno studio fatto dal virologo/direttore di Virologia del San Raffaele, il professor Clementi, ma anche il professor Guido Silvestri della Emory University di Atlanta, che abbiamo citato qualche giorno fa.

IL PRIMARIO DEL SAN RAFFAELE SUL CORONAVIRUS

“I tamponi eseguiti negli ultimi 10 giorni hanno una carica virale assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di uno/due mesi fa” ha poi aggiunto Zangrillo che, pur con tutto il rispetto per le persone che di Coronavirus sono morte non riuscendo a vincere la loro battaglia, ha detto che bisognerebbe smetterla di dare la parola a “chi si auto-proclama professore e non è né un clinico né un virologo”. Ribadendo che il Coronavirus è clinicamente morto ha suscitato la reazione di Lucia Annunziata, conduttrice del programma, che ha parlato di un’affermazione forte; lui ha risposto “la firmo”, totalmente convinto di quanto ha detto. Proseguendo il discorso, il professor Zangrillo ha detto che i numeri proposti da tre mesi hanno “evidenza zero” e si tratta di numeri anche ufficiali che riguardano Protezione Civile e Consiglio superiore di sanità; questo ha contribuito a bloccare l’Italia, mentre chi davvero ha lavorato al virus vuole ripartire per aiutare e curare le persone che altrimenti non si riuscirebbero a curare.

“Non ce ne frega niente del campionato né di dove si andrà in vacanza: dobbiamo tornare a un Paese normale perché ci sono tutte le evidenze che oggi si possa fare” ha proseguito nel suo discorso il professore, che poi ha detto come il solo numero che valga sia l’evidenza. Terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve assumere la responsabilità, perché i nostri pronto soccorso e i nostri reparti di terapia intensiva sono vuoti”. In più Zangrillo ha citato Mers e Sars, le ultime due epidemie, ricordando come siano sparite nel nulla: anche per questo è auspicabile che possa capitare anche con la terza epidemia da Coronavirus. “Dovremo stare attentissimi, prepararci ma non ucciderci da soli” ha concluso il professore del San Raffaele.