L’Italia sta affrontando, come altri Paesi europei, la tanto temuta seconda ondata autunnale di contagi da Covid-19 e, anche se la situazione non è ancora critica, da più parti viene lanciato l’allarme per via delle proiezioni che vengono fatte sugli ultimi dati. E nelle ultime ore fanno discutere e destano qualche timore le parole di uno dei primari dell’Ospedale “Luigi Sacco” di Milano, una delle città in cui c’è maggiore preoccupazione e in relazione al quale si parla già di un mini-lockdown. Intervistato dall’agenzia di stampa AGI, Maurizio Viecca, primario del reparto di Cardiologia della prestigiosa struttura meneghina, ha spiegato che se si continuerà così presto “la gente tornerà a morire a casa”, ricordando che oramai molti ospedali sono prossimi al collasso non solo per mancanza di personale ma anche perché i posti letto per i pazienti non sono certo infiniti e il rischio di conseguenza è quello di dover rivivere le drammatiche situazioni della scorsa primavera.
PRIMARIO DEL SACCO: “OSPEDALI MILANESI AL COLLASSO, PRESTO SI MORIRA’ A CASA”
“Avanti così e si rischia di morire in ambulanza o a casa, come accadeva in primavera” ha ammonito Viecca che ha chiesto a tutte le istituzioni interessate di intervenire quanto prima non solo a Milano ma anche in tutta la Lombardia dove al momento la percentuale di tamponi positivi è salita addirittura al 17%. “La crisi degli ospedali non dipende tanto dai posti liberi o meno ma dalla mancanza di personale” ha poi chiarito il primario in servizio all’Ospedale “Sacco”, spiegando che purtroppo sono tanti gli operatori sanitari che si sono ammalati e in percentuali molto diverse che la scorsa primavera quando a Milano il virus circolava molto meno di adesso. Insomma, a parere di Viecca bisognerebbe agire immediatamente, riducendo i contatti soprattutto sui mezzi pubblici e ricorrendo ove possibile a bus privati per uso turistico. E conclude: “Ci vogliono i controlli delle forze dell’ordine: se il 95% delle persone utilizzasse mascherine a norma, avremmo migliaia di morti in meno e il lockdown sarebbe risolutivo a breve, come dimostra uno studio dell’Università di Washington“.