Il cold case dell’omicidio di Giorgio Montanari potrebbe essere stato risolto a distanza di 42 anni. Il primario fu ucciso a Modena nel 1981 con ben sette colpi di arma da fuoco mentre tornava dall’ospedale dopo una giornata di lavoro. Il killer non è mai stato identificato, ma adesso una persona è stata iscritta nel registro degli indagati. È un uomo che aveva conosciuto il medico proprio sul posto di lavoro.



Gli inquirenti, dopo avere esaminato i documenti dell’epoca e, in particolare, le cartelle cliniche dei pazienti che la vittima aveva assistito, sono risaliti ad un bambino che, dopo un parto difficile, aveva iniziato a manifestare dei problemi di salute importanti fin dai primi giorni di vita. I familiari imputavano le lesioni proprio alle azioni del primario e del suo staff. È questo che potrebbe essere stato il movente per cui il papà avrebbe ucciso Giorgio Montanari. L’accusa, tuttavia, deve ancora trovare dei riscontri.



Primario ucciso da padre di un bimbo nato con lesioni: la ricostruzione dell’omicidio Montanari

La Procura ha ricostruito il contesto in cui l’omicidio di Giorgio Montanari avvenne nel 1981. Le tensioni tra il medico e la famiglia del paziente erano tangibili ormai da diversi giorni. È per questo motivo che secondo gli inquirenti il padre del bimbo nato con lesioni potrebbe avere ucciso il primario, in modo da mettere in atto una vendetta. Anche all’epoca gli investigatori si erano concentrati sulla pista professionale. Il professore, in passato, aveva infatti anche ricevuto delle minacce tramite lettere e proiettili in busta.



Le indagini, chiuse e riaperte più volte in questi 42 anni, non avevano però mai portato a un nome. Adesso, invece, quest’ultimo è apparso nel registro degli indagati. È quello di un papà disperato, che finora era rimasto nell’ombra. Se dovesse essere realmente lui il colpevole, sarebbe la fine di uno storico cold case.