Luigi Di Maio nel mirino del Movimento 5 Stelle: dopo le dimissioni di Di Nicola, diversi esponenti grillini hanno criticato aspramente il leader politico, ritenuto colpevole per il flop alle elezioni europee. Dopo le dichiarazioni di numerosi esponenti, dalla Lombardi a Paragone, è giunto il commento della senatrice Elena Fattori: «Dimissioni? Mercoledì ci sarà l’assemblea, nonostante io non partecipi da mesi perché sotto giudizio dei probiviri. Ma questa volta sento la necessità di partecipare, è il momento in cui tutti dobbiamo esserci ed io rappresento la voce di quelli che da tempo avevano chiesto un cambio di rotta». Prosegue la “dissidente” ai microfoni di Radio Cusano Campus: «Io dissi in tempi non sospetti che Luigi Di Maio non avrebbe dovuto ricoprire tutti quei ruoli, non ha svolto bene nessuno dei tre. Già fare il ministro del Lavoro è un incarico importante, basti vedere le recenti vertenze dei lavoratori che vanno seguite con attenzione». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LOMBARDI: “DELETERIO INCARICHI SOLO A DI MAIO”

La lista delle critiche, per non chiamarli attacchi, al vicepremier Di Maio si sommano e iniziano a divenire ingenti: «La responsabilità in capo ad un solo uomo è deleteria per il Movimento ed è un concetto da prima Repubblica. Il modello culturale di riferimento è la partecipazione e in caso di sconfitta gli errori si distribuiscono, le responsabilità si assumono, i cambiamenti si mettono in conto», scrive sul proprio canale Facebook la “nemica” di Virginia Raggi (e anche di Di Maio) Roberta Lombardi, tra le pasionarie M5s più critiche alle ultime gestioni del Movimento dopo la vittoria alle Elezioni Politiche. Carla Ruocco – ex Direttorio M5s – addirittura nell’intervista odierna alla stampa ha chiesto a Di Maio di valutare le dimissioni dal Governo e la Lombardi, riprendendo le parole della compagna di partito, attacca «auto-riconoscersi è l’antitesi della nostra essenza. Grillo e Gian Roberto Casaleggio ci hanno insegnato a stare nel mezzo, ad ascoltare la forza dal basso delle scelte e delle idee di portavoce, attivisti e dei territori». Chi però lancia critiche a Di Maio è anche chi finora era rimasto sempre vicino al leader e vicepremier a 5Stelle: Gianluigi Paragone fuori dal Parlamento ai cronisti spiega «La generosità di Luigi di mettere insieme 3-4 incarichi in qualche modo deve essere rivista. Il Movimento per ripartire ha bisogno di una leadership politica non dico h24 ma non siamo lontani. Dobbiamo passare dall’io al noi. L’io è stata una fuga in avanti anche importante in un certo momento ma deve essere un io con la minuscola».



DI NICOLA SI È DIMESSO DA VICECAPOGRUPPO SENATO

Con un breve comunicato apparso su Facebook, il vicecapogruppo M5s al Senato, Primo Di Nicola, si è ufficialmente dimesso dalla sua carica all’interno del Movimento 5 Stelle a fronte della tremenda batosta elettorale presa dai grillini nelle Elezioni Europee 2019 (passati dal 34% al 17% nel giro di un solo anno, con ruoli di forza ribaltati all’interno del Governo visto l’exploit della Lega). «Mi sono dimesso da vice presidente del gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle al senato. Una decisione che ritengo necessaria non solo alla luce del risultato elettorale ma anche e soprattutto delle cose che ci siamo detti in tanti incontri e assemblee. Mettere a disposizione del Movimento gli incarichi. È l’unico modo che conosco per favorire una discussione autenticamente democratica su quello che siamo e dove vogliamo andare», scrive il senatore M5s il giorno dopo l’accesa riunione al Mise con Di Battista, Bugani, Taverna, Fraccaro, Buffagni, Paragone, Patuanelli, Carelli, Sibilia, Spadafora eovviamente Rocco Casalino e Primo Di Nicola.



DI MAIO SOTTO ASSEDIO DELLA BASE M5S

La scelta del senatore vicecapogruppo è quella immediatamente conseguente quanto avvenuto – e finora segreto – all’interno della riunione M5s post-sconfitta alle Europee e Amministrative, dopo che ieri in conferenza stampa Di Maio aveva ammesso di aver sentito tutte le anime del Movimento (Grillo, Casaleggio, Fico e Di Battista su tutti) e che tutti avevano confermato la sua posizione di leader senza chiedere le dimissioni. «Si vince e si perde tutti insieme bisogna rimanere compatti» ha detto il pasionario Di Battista entrando ieri al Mise, salvo poi punzecchiare l’amico Di Maio «È la più grande scoppola presa dal M5s, ma il governo deve andare avanti». All’assemblea dei gruppi convocata tra oggi e domani si terrà una ancora più animata resa dei conti e confronto acceso tra Di Maio e i responsabili in Parlamento, ma Di Nicola risulta comunque la prima “testa saltata” per sua stessa scelta davanti al fallimento delle Europee. La base grillina è infuriata col suo leader «Un esame di coscienza e meno boria. Affacciarsi dal balcone e dire di aver abolito la povertà è stata una grande ca…, per non parlare di aver fatto un reddito di cittadinanza ben diverso da quello promesso, le prese in giro si pagano», si legge su uno dei tanti post di commento al Blog M5s. Non solo, Paola Nugnes – dissidente M5s, spesso critica con Di Maio – ieri ha spiegato a Repubblica «in ogni partito, in ogni azienda, a seguito di un risultato di questo tipo sarebbe necessaria una revisione della struttura dirigenziale e quindi anche della leadership di Luigi Di Maio. Il capo politico non può essere anche nell’esecutivo: questo inficia la divisione dei poteri che è alla base della democrazia. Mi auspica che Roberto Fico si faccia avanti nella candidatura». La tempesta è appena cominciata..