Il primo impianto di occhio bionico in Italia è stato eseguito dal professor Stanislao Rizzo, direttore dell’Unità complessa di Oculistica al policlinico Gemelli di Roma. Il medico, originario di Cosenza, è intervenuto ai microfoni Rai di “Buongiorno Regione”, spiegando come la tecnologia avanzata applicata alla chirurgia stia facendo compiere passi da gigante, rendendo possibili trattamenti inimmaginabili sino a pochi decenni fa e migliorando sensibilmente la vita dei pazienti che trascorrono la loro esistenza senza il dono della vista.



Queste le sue parole pronunciate in diretta tv e riprese dal “Corriere della Calabria”: “L’intervento è stato effettuato su un paziente affetto da una grave malattia ereditaria alla retina, denominata retinite pigmentosa, e che in stati terminali porta alla completa cecità”. Non tutti i soggetti che combattono contro questa malattia possono essere sottoposti a questa operazione: serve seguire un percorso ben delineato, selezionando con cura coloro che possono affrontare il trattamento, nell’auspicio che presto possa essere applicabile a chiunque ne abbia necessità.



PRIMO IMPIANTO DI OCCHIO BIONICO IN ITALIA: IN COSA CONSISTE L’INTERVENTO?

Ma in cosa consiste l’impianto di un occhio bionico? La risposta è stata fornita a “Buongiorno Regione” ancora una volta dal professor Stanislao Rizzo, il quale ha chiarito che è stato impiantato nell’occhio della paziente un sofisticato dispositivo (grande 3×5 millimetri e prodotto da un’azienda tedesca): “Con un concentrato di circa 500 elettrodi, esso crea una sorta di lente (o occhiale) che cattura la luce al posto dell’organo della paziente”.

I benefici derivati dall’operazione si possono riconoscere nella possibilità da parte di chi subisce l’intervento di visualizzare luci e colori: “Ridare la vista è il sogno di ogni oculista – ha spiegato Rizzo – e vedere la sagome dei luoghi e dei propri cari per chi doveva orientarsi ogni giorno nel buio assoluto significa acquisire molta autonomia e migliorare la propria vita”.