In occasione della Giornata mondiale per la sicurezza in rete, Uno Mattina ha aperto stamane dedicandosi ai giovani e internet, e in particolare ai casi di cyberbullismo. Ospite vi era il vice questore della polizia Roberta Mestichella, che ha snocciolato un po’ di numeri: “3.444 denunce di aggressione online con vittime minori, e 198 minori indagati, spesso e volentieri queste condotte vengono fatte dai propri coetanei a volte inconsapevolmente ma vengono commessi dei reati”. Tonia Bardellino, nota criminologa in collegamento con Uno Mattina, ha aggiunto: “Dati sempre più allarmanti e riguardano purtroppo ragazzini molto piccoli che partono dalla scuola dell’infanzia, non di dodicenni, fenomeno esteso anche in età giovanissima, infantile. I danni psicologici ci sono a breve e a lungo termine, possono riguardare casi depressivi, autolesionismo e anche il suicidio. Una campagna di prevenzione è fondamentale ma anche il rapporto fra scuola, famiglia e agenzie di comunicazione”.



Massimiliano Ossini, il conduttore, aggiunge: “Molto spesso queste persone diventano da vittime ad aggressori”, mandando poi in onda il caso di Islam un ragazzo di 19 anni originario del Marocco ma che vive in Calabria: “Sono stato per diversi anni vittima di bullismo, mi sono sentito senza sentimenti, vuoto, avevo solo rabbia e odio. Poi sono passato al ruolo di bullo via informatica, facendo insulti, violando la privacy sui social, la polizia postale mi ha individuato e mi hanno messo in una comunità seguito dagli assistenti sociali e mi sono ritrovato sulla strada giusta. Spero che molti non facciano il mio sbaglio di vendicarsi e di odiare perchè alla fine non ti troverai bene con te stesso”.



SMARTPHONE E CYBERBULLISMO: “I GENITORI DOVREBBERO…”

La vice questore ha ripreso la parola: “Abbiamo riscontrato casi di adescamento online anche di minori di 9 anni, si è abbassata la soglia di utilizzo dei dispositivi, lo smartphone viene regalato spesso anche alla Prima Comunione. Lo smartphone è uno strumento a cui bisogna essere accompagnati e questo è un compito anche delle famiglie oltre che delle istituzioni. Quando viene dato uno strumento dle genere ad un minore i genitori devono vigilarlo”. E ancora: “Va prestato attenzione a tutto ciò che va postato in rete perchè una volta postato non è più esclusivo ma di carattere pubblico, serve prudenza”.

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