Dal Regno Unito arriva la notizia del successo del primo tentativo di trapianto di utero in una donna che ne aveva subito l’asportazione come terapia contro il cancro. L’operazione, finanzia dall’associazione di beneficenza Womb Transplant UK, potrebbe diventare in futuro centrale nel trattamento dei sopravvissuti al cancro, fornendogli la possibilità di creare una famiglia senza dover necessariamente ricorrere alla maternità surrogata, oppure alle adozioni. Attualmente, tuttavia, il trapianto di utero è ancora un’operazione piuttosto delicata e sperimentale, che non viene coperta da nessun sistema sanitario nazionale e che, nel Regno Unito, arriva a costare anche 25 mila sterline (poco meno di 30 mila euro).



“In futuro il trapianto di utero potrebbe essere offerto dal SSN”

Insomma, quanto avvenuto nel Regno Unito, in cui si è riusciti ad effettuare senza particolari problemi il primo trapianto di utero della storia britannica, è una vera e propria pietra miliare della medicina, che potrebbe aprire ad un futuro in cui le donne sopravvissute al cancro potranno vivere una vita normale. Infatti, nel caso in cui i tumori originino o si diffondano agli organi genitali, la principale terapia che viene effettuata è l’isterectomia, con la conseguenza di rendere impossibile il concepimento di un figlio.



Grazie al trapianto di utero, invece, le numerose donne che ogni anno perdono l’organo centrale per la generazione della prole, potranno tornare ad avere figli. Il primo trapianto inglese è stato effettuato su di una donna di 34 anni, grazie all’organo donatole dalla sorella minore. Athena Lamnisos, direttore generale dell’associazione Eve Appeal per i tumori ginecologici, ha sottolineato al Times l’importanza del trapianto di utero, spiegando che “sentiamo tante donne tra i 20 e i 30 anni che non avevano mai pensato alla fertilità prima della diagnosi di cancro e che ora stanno cerando di affrontare l’impossibilità di avere figli“. Secondo Laminisos, inoltre, sarebbe un notevole passo avanti se questo tipo di interventi venisse offerto, in futuro, dal Servizio sanitario nazionale.

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