Il principe Filippo di Edimburgo è morto venerdì 9 aprile all’età di novantanove anni, lasciando un grande vuoto nella Royal Family più celebre e chiacchierata dell’intero orbe terracqueo e, soprattutto, nel cuore della Regina Elisabetta, con cui ha condiviso quasi l’intero percorso di vita. In tanti si sono domandati quale sia stata la causa che ha determinato il decesso dell’uomo e la risposta ufficiale a tale quesito è pervenuta nelle ultime ore, mediante il certificato sottoscritto dal capo dello staff medico che cura l’intera famiglia reale, Sir Huw Thomas.
Ne dà notizia sull’edizione di oggi, mercoledì 5 maggio 2021, “Il Fatto Quotidiano”, riprendendo a sua volta i tabloid d’Oltremanica e spiegando che il principe è deceduto per “vecchiaia”, indicata sul documento come “old age”, ritenuta causa valida nei certificati di morte redatti in Gran Bretagna, qualora a decretarla sia un professionista della salute che ha avuto modo di seguire il malato per un arco temporale sufficiente a consentirgli di diagnosticarne con esattezza il declino.
PRINCIPE FILIPPO, LE CAUSE DELLA MORTE
Trova finalmente una spiegazione ufficiale, insomma, la morte del principe Filippo di Edimburgo, giustificata, come detto, con il termine “old age”, ovvero “vecchiaia”, il cui limite minimo nel Regno Unito è fissato a 80 anni. Anche se la notizia si è diffusa solamente nelle ultime ore, essa – come si può facilmente immaginare e intuire – era già nota alla Royal Family il 13 aprile, esattamente a quattro giorni di distanza dalla dipartita dell’uomo, data in cui il segretario di Filippo, il brigadiere Archie Miller-Bakewell, ha registrato il certificato di morte. Pertanto, nonostante le voci incontrollate che si erano generate nelle ore immediatamente successive alla scomparsa del principe, quest’ultimo non è stato strappato alla vita da una malattia o da particolari traumi e si è spento in maniera serena a un passo dal compimento dei cento anni.