Il principe Harry parla dell’Afghanistan
Secondo quanto riferito dal tabloid britannico Daily Mail, nell’autobiografia del principe Harry trapelata in queste ore grazie alle indiscrezioni del Guardian, che ne avrebbe ricevuta una copia in anticipo, il duca di Sussex per la prima volta ha parlato della sua esperienza in Afghanistan. Prestò servizio nell’esercito britannico sia nel 2007/08 che nel 2012, e nella sua autobiografia presto in uscita sembra aver parlato del numero di vittime che ha fatto.
Il principe Harry nella sua autobiografia, racconta di come durante il servizio militare prestato in Afghanistan avrebbe preso parte a sei missioni in cui sono state registrate vittime tra i talebani. Ha detto che nonostante il contesto della guerra rendesse difficile tenere conto dell’effettivo numero di vittime fatte dai singoli militari, “nell’era degli Apache e dei laptop”, lui sarebbe in grado di definire “con esattezza” il suo numero. “Mi sembra essenziale non avere paura di quel numero”, si legge nell’autobiografia del principe Harry citata dal Daily Mail, “quindi il mio numero è 25. Non è un numero che mi riempie di soddisfazione, ma nemmeno mi mette in imbarazzo”.
Principe Harry: “Erano solo pedine degli scacchi”
Noto come Capitano Wales, il principe Harry in Afghanistan avrebbe causato 25 vittime tra i talebani, un numero che non lo renderebbe né fiero, né imbarazzato. Inoltre, sempre secondo quanto riportato dal tabloid britannico, ha raccontato di non aver pensato alle vittime talebane “come a persone”, ma piuttosto come a “pezzi degli scacchi” tolti dal tabellone.
Il principe Harry è stato in Afghanistan in almeno due occasioni diverse, secondo quanto si riuscì a ricostruire in quel periodo. Dopo una prima esperienza nel 2007 in qualità di controllore aereo avanzato, fu costretto a tornare a casa quando una rivista australiana scoprì la sua presenza sul campo, rompendo l’embargo mediatico che vigeva in quel periodo. Nel 2012, poi, con l’appoggio del Ministro della Difesa, il principe Harry è tornato in Afghanistan, schierato a Camp Bastion per 20 settimane. In quel periodo prestò servizio come forza di supporto in elicottero, prendendo parte ad oltre cento missioni, per un totale di più di 2.500 ore di volo. In quelle missioni avrebbe svolto soprattutto mansioni di sorveglianza, deterrenza ed in alcune occasioni avrebbe anche preso parte a scontri ravvicinati con i talebani.