Il principe Harry perde il ricorso contro il ministero dell’Interno inglese, il quale gli aveva negato il diritto di pagare privatamente la propria scorta di polizia. Come argomenta la BBC, gli avvocati del Ministero dell’Interno si sono opposti all’idea di permettere a persone facoltose di “comprare” la sicurezza dalla polizia, in questo caso per le visite del principe nel Regno Unito con la propria famiglia.



Il principe Harry ha perduto il diritto a una propria scorta dopo aver cessato di essere un reale “in carica” nel 2020. Il giudice dell’Alta Corte ha quindi decretato, concordando con il ministero dell’Interno, che il Duca di Sussex avrà diritto episodicamente alla tutela da parte della polizia, ma la protezione di una scorta non potrà essere autorizzata dietro pagamento privato in modo da non creare situazioni di privilegio che possano favorire persone facoltose e famose. Un avvocato della Metropolitan Police ha sostenuto che sarebbe irragionevole esporre gli agenti al pericolo a causa del “pagamento di un compenso da parte di un privato“, come riferisce la BBC. Questa decisione inoltre arriva pochi giorni dopo il “quasi catastrofico” inseguimento di Harry e Meghan da parte di due paparazzi.



Principe Harry non potrà pagare scorta di polizia, gli avvocati: “oltrepassata ogni autorità”

Il principe Harry perde la sfida legale per aver chiesto di pagare privatamente la scorta da parte della polizia. La sentenza è arrivata dopo un’udienza di un giorno tenutasi a Londra la scorsa settimana. Il Duca di Sussex ha contestato questa decisione del Comitato esecutivo per la protezione dei reali e delle personalità pubbliche (Ravec), dedito alla sicurezza delle personalità di alto profilo, compresi gli alti reali: “il Ravec ha oltrepassato la sua autorità, il suo potere, perché non ha il potere di prendere questa decisione“, hanno dichiarato gli avvocati del principe Harry alla corte.



In particolare, gli avvocati sostengono che la legislazione preveda il pagamento di “servizi speciali di polizia” e che quindi “il pagamento di servizi di polizia non è in contrasto con l’interesse pubblico o la fiducia del pubblico nel Metropolitan Police Service“. Gli avvocati del ministero dell’Interno hanno invece ribattuto dichiarando che il tipo di protezione in discussione potrebbe richiedere “agenti specializzati come guardie del corpo“, e pertanto non può essere paragonato ai finanziamenti per il servizio di polizia supplementare per le partite di calcio. “Data la natura delle argomentazioni ora avanzate dal ricorrente, la corte può essere certa che tali rimostranze avrebbero avuto un’alta probabilità di non fare alcuna differenza sostanziale in ogni caso“, hanno aggiunto gli avvocati del ministero alla Corte.