Prosegue la battaglia giudiziaria tra il principe Harry e il Mirror Group Newspapers (Mgn). Il gruppo editoriale del noto tabloid è accusato di aver intercettato il duca di Sussex nel periodo compreso tra il 1995 e il 2011. In particolare, è indagato per pirateria informatica e spionaggio illegale, avendo fatto ricorso a tecniche illecite “su scala industriale” per ottenere scoop. Oggi Harry, sotto giuramento, affronta il controesame della difesa dei vertici aziendali del quotidiano. Si tratta del primo reale britannico del 19esimo secolo a testimoniare in tribunale. «Ero un bambino, andavo a scuola, questi articoli erano incredibilmente invasivi, ogni volta che uno di questi articoli veniva scritto aveva un impatto sulla mia vita, sulle persone che mi circondavano, su mia madre in questo caso», racconta in aula Harry, arrivando a tirare in ballo la morte della madre Diana.



«Quanto sangue ancora macchierà le loro dita dattilografiche prima che qualcuno riesca a porre fine a questa follia?». Il riferimento è a «editori e giornalisti per aver causato molto dolore, turbamento e, in alcuni casi, involontariamente la morte». Per Harry ognuno di quegli articolo «ha avuto un ruolo distruttivo» nella sua crescita. «Ha creato un’enorme quantità di paranoia nelle mie relazioni. Da bambino e da adolescente sono stato sotto l’influenza della stampa per la maggior parte della mia vita, fino ad oggi», prosegue il principe Harry.



“PIERS MORGAN SPIAVA ANCHE MIA MADRE DIANA”

Nel corso del controinterrogatorio in aula, il duca di Sussex condanna anche il comportamento «ignobile» dei tabloid che lo hanno dipinto come un «imbecille» e un «consumatore di droga». Inoltre, il principe Harry racconta che una volta ha dovuto nascondersi nel bagagliaio di un’auto per sfuggire ai paparazzi e sostiene che Piers Morgan, ex direttore del Mirror, abbia ascoltato i messaggi lasciati da sua madre, la principessa Diana: «Il pensiero di Piers Morgan e della sua banda di giornalisti che ascoltano i messaggi privati ​​e sensibili di mia madre (proprio come hanno fatto con me) e poi le hanno regalato un “momento da incubo” tre mesi prima della sua morte a Parigi, mi fa sentire fisicamente malato e ancora più determinato a ritenere i responsabili, compreso il signor Morgan, responsabili del loro comportamento vile e del tutto ingiustificato». Così è stato preso di mira. «Sfortunatamente, come conseguenza della mia richiesta al Mirror Group, sia io che mia moglie (Meghan Markle, ndr) siamo stati soggetti a una raffica di orribili attacchi personali e intimidazioni da parte di Piers Morgan, che è stato l’editore del Daily Mirror tra il 1995 e il 2004, presumibilmente per rappresaglia». Oltre al controinterrogatorio in tribunale, il principe Harry ha fornito una dichiarazione scritta di 49 pagine, esponendo molte delle sue argomentazioni. Ad esempio, descrive come i media scandalistici abbiano creato il personaggio pubblico del “principe Harry” e plasmato il modo in cui le altre persone lo vedevano.



LA DICHIARAZIONE CONSEGNATA IN AULA

«Inizi come una tela bianca mentre loro capiscono che tipo di persona sei e che tipo di problemi e tentazioni potresti avere. Quindi iniziano a spingerti a interpretare il ruolo o i ruoli che si adattano meglio a loro e che vendono quanti più giornali possibile, soprattutto se sei il “ricambio” dell'”erede”. Allora o sei il ‘principe playboy’, il ‘fallimento’, l”abbandono’ o, nel mio caso, il ‘figo’, ‘imbroglione’, il ‘bevitore minorenne’, il ‘drogato irresponsabile’, l’elenco continua», ha scritto il principe Harry nella dichiarazione consegnata in aula. «Da adolescente e poco più che ventenne, ho finito per sentirmi come se stessi interpretando molti dei titoli e degli stereotipi che volevano addossarmi principalmente perché pensavo che, se stanno stampando questa spazzatura su di me e sulle persone, potrei anche “commettere il crimine”, per così dire. Era una spirale discendente, per cui i tabloid cercavano costantemente di convincere me, un giovane “danneggiato”, a fare qualcosa di stupido che avrebbe fatto una bella storia e venduto molti giornali. Ripensandoci ora, tale comportamento da parte loro è assolutamente vile». Quindi, spiega di aver coltivato la sensazione che «i tabloid volessero che fossi single, dato che ero molto più interessante per loro e vendevo più giornali».