Nei piani della premier Giorgia Meloni c’è un colpo a sorpresa, clamoroso: privatizzare la Rai. A svelare il retroscena è stato il Foglio con un articolo in cui il direttore Claudio Cerasa, secondo cui non si tratta di un’operazione contabile, ma il frutto di una scelta politica e culturale. In questo modo, la premier smonterebbe il racconto che viene fatto in questi mesi: toglierebbe la politica dalla Rai.



D’altra parte, al momento non ci sono indicazioni sulla formula su cui starebbe ragionando la presidente del Consiglio, ma comunque si sarebbe sbilanciata parlando di privatizzazione per il 50% della Tv di Stato. Secondo Cerasa questo piano potrebbe spiazzare alcuni suoi alleati, a partire dalla famiglia Berlusconi, che potrebbe temere una Rai privatizzata e quindi più competitiva sul fronte del mercato pubblicitario.



Di sicuro, potrebbe essere una soluzione per i conti, alla luce del maxi indebitamento della tv di Stato, arrivato a 568 milioni di euro, comunque in calo rispetto ai 660 di due anni fa. L’idea non è una novità, visto che governo dopo governo viene evocata questa ipotesi. All’indomani dell’indiscrezione lanciata dal Foglio, interviene il Fatto Quotidiano, citando fonti di Palazzo Chigi, secondo cui la privatizzazione sarebbe «una delle ipotesi». Inoltre, Meloni ci starebbe lavorando con il suo sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e la strada della riforma potrebbe essere tracciata dopo le ferie estive, sebbene i tempi saranno lunghi.



PRIVATIZZAZIONE RAI, SEGNALE ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI?

Il piano di Giorgia Meloni nasce da due esigenze secondo il Fatto Quotidiano: in primis c’è il rischio che ogni nomina venga messa in discussione dall’Ue in virtù del Media Freedom Act, inoltre la premier non è soddisfatta della gestione della Rai, nonostante venga accusata di aver costruito “TeleMeloni“. Sarebbe anche un segnale alla famiglia Berlusconi, con cui i rapporti sarebbero gelidi e arrivati ai minimi termini. L’idea potrebbe essere quella di seguire il modello Poste, visto che il servizio pubblico va lasciato intatto, ma la Rai potrebbe essere quotata in Borsa e aperta all’arrivo di investitori privati, evitando però una svendita della tv pubblica.

Andrebbe modificata la legge Renzi del 2015 e rivedere il modello di business. Il giornale di Marco Travaglio riporta che la famiglia Berlusconi aveva consigliato ad Antonio Tajani di opporsi alla proposta di legge della Lega sui tetti pubblicitari Rai da alzare per abbassare il canone, che avrebbe effetti diretti sugli investimenti Mediaset. Il piano è considerato esplosivo perché finora Rai e il Biscione non si sono fatti la guerra sul mercato.

SCONTRO NEL CENTRODESTRA ANCHE SUL TETTO PUBBLICITARIO

Segnali diversi ha raccolto Il Giornale, secondo cui non ci sono né riscontri né conferme reali, però riporta “sussurri” in base ai quali pare che la privatizzazione della tv di Stato è stata valutata, ma non decollata, infatti non dovrebbe essere esaminata in vista della Legge di Stabilità. D’altra parte, c’è chi ritiene che la quota da mettere sul mercato non dovrebbe andare oltre al 30% per evitare un’eventuale scalata. Andrebbe considerato il fatto che l’unica rete appetibile sarebbe Rai 1, che non può essere venduta. Una soluzione di compromesso potrebbe essere quella avanzata da Maurizio Gasparri, secondo cui bisognerebbe valutare i canali non generalisti.

Il senatore di Forza Italia ritiene che Rai 1, Rai 2 e Rai 3 non vadano toccate, bisognerebbe invece prendere in considerazione la cessione di «quelli dedicati a storia, cinema, bambini, sport». Quindi, se fosse necessario far cassa, si potrebbero cedere quelli, «in tutto in parte». A proposito della proposta della Lega di ridurre di 20 euro il canone, aumentando il tetto pubblicitario della Rai l’anno prossimo a spese di Mediaset e La7, Dagospia aggiunge che Matteo Salvini «la pagherà cara», perché dalla famiglia Berlusconi sarebbe partito l’ordine di lasciare fuori il Carroccio dai programmi di Rete 4.