È soprattutto il settore agricolo che sta risentendo della crisi idrica. Se infatti l’acqua o viene a mancare o viene a gravare eccessivamente nelle tasche degli agricoltori il problema si fa serio. Sono molte le regioni, soprattutto nel Sud Italia, che lamentano da un lato il rischio di siccità, già in questi mesi invernali, e dall’altro un rincaro dei prezzi dell’acqua pari al 40%, che corrispondono per un’azienda media ad aumenti annui di 20mila euro.



Inutile dire che se crolla il settore agricolo si inceppa l’intera filiera alimentare del Paese.

Molise e Puglia sono le regioni più colpite, ma nemmeno le regioni settentrionali sono state graziate. Anche nel Friuli, ad esempio, si parla di rincari in bolletta del 39%, e a Ferrara, come riporta Il Sole 24 ore, i contadini lamentano aumenti del 10%, con incrementi dell’8% invece nel novarese.



Ma cosa ha fatto schizzare i costi dell’acqua pur trattandosi di un bene gratuito? Sono i costi di fornitura che sono aumentati, e la causa va ricercata nello scoppio della guerra in Ucraina, che avendo fatto aumentare i costi di energia elettrica, a sua volta ha inciso anche sull’erogazione del servizio idrico.

Atteso il tavolo di lavoro del Governo per intervenire sul problema dell’acqua

Per domani, 1° marzo 2023, alle ore 11.30, è previsto il primo tavolo interministeriale di lavoro a Palazzo Chigi per parlare proprio del problema dell’emergenza idrica e della siccità. La riunione della cabina di regia sulla crisi idrica sarà presieduta dal premier Giorgia Meloni. Alla riunione parteciperanno anche il Vice Presidente del Consiglio e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, i Ministri Lollobrigida, Pichetto Fratin, Fitto, Calderoli e Musumeci e i Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Mantovano e Morelli.



Non si conoscono ancora le misure che verranno messe in campo ma quel che è certo è che siamo di fronte ad una situazione che richiede una certa tempestività d’intervento se non si vuole mettere ulteriormente in ginocchio l’economia del Paese.

Va infatti aggiunto che la stangata dei rincari in bolletta è stata avvertita in maniera più gravosa non solo per gli aumenti introdotti dal 2023, ma anche per i contemporanei conguagli in bolletta relativi al 2022, che sono andati a sommarsi alle già pesanti bollette. Oltre al fatto che i consorzi di bonifica, per non mandare in negativo i propri bilanci, hanno scaricato gli aumenti della loro bolletta elettrica sulle imprese agricole, già duramente provate.