Tensione al Governo, nuova aria di crisi? Il vertice di oggi ha visto una fumata nera per quello che riguarda la flat tax, con lo scontro tra Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Il leader della Lega ritiene il taglio delle tasse imprescindibile e dovrà esserci nella nuova manovra. Ma il titolare del dicastero dell’Economia rilancia sulle coperture, con quali risorse finanziare la tassa piatta. Repubblica riporta che il vice premier ha parlato di un pacchetto pronto che il Carroccio presenterà a breve con le coperture necessarie. Clima rovente, con lo spettro della procedura d’infrazione Ue che non lascia sereni. Ecco le parole del premier Conte ai microfoni dell’Ansa: «L’Italia è ben lieta che la porta dell’Ue sia aperta, siamo sempre disponibili a confrontarci con Bruxelles: non è interesse dell’Italia subire una procedura d’infrazione, non è una prova muscolare». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SALVINI: “NO MULTA UE”

«Abbiamo fatto a Palazzo Chigi una riunione economica interessante e molto utile», ha spiegato uscendo dal vertice di Governo il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, «Abbiamo cominciato un percorso su alcune voci: export, investimenti, edilizia, che e’ importante perche’ se riparte l’edilizia riparte il Paese. Ci sono troppe poche gru e se un paese riparte si vede dalle gru». In termine di posizioni nette da proporre alla Commissione Ue però ancora non si è trovata un’unica quadra e occorreranno altri mini-tavoli nei prossimi giorni per giungere ad una strategia comune da portare a Bruxelles per la trattativa serrata anti procedura d’infrazione. «Nei confronti della Commissione europea, che ha ritenuto giustificata una procedura per deficit eccessivo, si tratterà di vedere come spiegare, come anticipare forse ma nessuna manovra aggiuntiva verrà fatta dal Governo», ha detto invece Tria in un forum dell’Abi. Per il titolare del Tesoro, «Dobbiamo evitare in tutti i modi la procedura d’infrazione della Ue che farebbe sicuramente male all’Italia ma può fare male all’Europa. Dobbiamo arrivare assolutamente a un compromesso, con una trattativa e un dialogo costruttivo. E’ nell’interesse dell’Italia ma anche dell’Europa». Durante una diretta Facebook però lo stesso Salvini si è detto non particolarmente incline da subire sanzioni da una Commissione “in scadenza”: «Una Commissione uscente vecchia e delegittimata dal voto delle Europee non può imporre scelte e sanzioni a governi e popoli».



LE DUE RICHIESTE DI TRIA

Sarebbero almeno due le richieste del Ministro Tria al Governo emerse dal vertice di Governo durato circa 2 ore alla presenza dei due vicepremier, del Presidente Conte (ma anche con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, i sottosegretari al Mef, Laura Castelli e Massimo Garavaglia, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti). Da un lato il titolare del Mef per evitare ulteriori danni sul fronte procedura d’infrazione avrebbe richiesto alla Lega coperture certe per la flat tax; secondo l’Adnkronos nella riunione con il Governo, Tria non vuole portare nuovi carichi di spesa pubblica (con minore ingresso di tasse) nel cercare di costituire con la Commissione Ue un piano di trattativa adeguato ad evitare ogni tipo di sanzione contro l’Italia. Uscendo dal vertice, sempre Tria ha ricordato che allo studio del Governo ci sarebbero anche «le privatizzazioni sugli immobili statali»: Salvini e lo stesso Tria hanno poi lasciato prima della conclusione il vertice ma non per dissidi interni bensì per impegni in agenda già precedenti. Come riporta ancora l’Adnkronos, «La riunione è quindi proseguita senza i due ministri per affrontare il dossier Alitalia: la parte per evitare la procedura d’infrazione della Ue sarebbe terminata dopo circa due ore. Ci saranno nuovi vertici economici per delineare la strategia che l’Italia intende portare avanti».



VERTICE DI GOVERNO SULLA PROCEDURA D’INFRAZIONE

Attorno alle 9.20 è cominciato il vertice “tecnico” di Governo sulla posizione che l’Italia dovrà tenere nelle trattative con l’Ue nel merito della procedura d’infrazione da evitare «assolutamente» come ribadito ieri da Tria e Conte: i due vicepremier, Salvini e Di Maio, assieme al Ministro e ai tecnici del Mef si sono ritrovati a Palazzo Chigi dal Premier per dirimere una posizione unica che l’Italia dovrà mantenere davanti all’Europa. Dopo l’informativa di ieri del Ministro Tria e dopo le critiche dure del Presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, la posizione dell’Italia è quella di non andare al muro contro muro ma di trovare la linea di tagli al debito pubblico e parallelamente di non aumentare le tasse ai cittadini, su specifica richiesta di Lega e M5s che non vogliono perdere il terreno-consenso con il proprio elettorato. Gli “sherpa” dell’Ecofin ieri hanno confermato l’intenzione della Commissione Europea giudicando come “motivata” e “giustificata” l’avvio della procedura d’infrazione contro l’Italia qualora non vi sia una reale trattativa di Roma con Bruxelles: nel vertice di Governo di lunedì sera si è tentato un primo contatto tra Salvini-Di Maio e Conte, ma è oggi con Tria che si proveranno a mettere nero su bianco i punti dell’accordo. «Qualcuno qui deve ancora capire come sono fatto […] L’incontro con Di Maio e Salvini si è svolto in un clima cordiale, ma è impossibile che ci sia uno scontro tra me e i miei due vice per una semplice ragione: se non andiamo d’accordo, io li lascio liberi. Perché una cosa deve essere chiara: sto qui se mi convincono loro, non sono io a doverlo fare» spiega il Premier Conte in un colloquio con Repubblica.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA CON L’UE: “NO MULTA A ITALIA”

Possibile scontro con la Lega sul fronte rimpasto, con il ruolo vacante del Ministro agli Affari Europei che Salvini vorrebbe dare all’euroscettico Bagnai: Conte replica, «il successore di Paolo Savona arriverà ma finche non è chiusa la procedura di infrazione le deleghe le tengo io. Per trattare con la commissione, l’Italia deve parlare con una voce sola». Salvini al Quotidiano Nazionale questa mattina ribadisce la sua piena fiducia nell’operato di Conte – specie dopo l’approvazione ieri del Decreto Sicurezza bis –  anche se la sua posizione con l’Ue non fa molti “passi indietro”: «in Europa ci sono dieci Paesi che versano all’Unione più di quanto ricevono, e 17 che ricevono più di quello che versano. L’Italia è fra i primi. Versiamo ogni anno sei miliardi in più di quello che riceviamo. È assurdo che ci venga inflitta una multa di tre miliardi! È come se io mi iscrivo a un circolo, pago la quota, e non mi fanno entrare perché sono brutto sporco e cattivo e non ho fatto bene i compiti. E poi: la Germania sfora più di noi, la Francia sfora più di noi..». Con un’altra stoccata alla Commissione, il leader della Lega attacca «un debito che abbiamo accumulato seguendo le indicazioni dell’Unione europea, rispettando le loro direttive. È chiaro che quello che ci chiedono di fare non funziona, no? Ecco perché vedo, nella procedura d’infrazione, un intento punitivo. E io non ci sto, ad accettare che l’Italia sia punita».