COSA SUCCEDE ORA AI PROCESSI CONTRO DONALD TRUMP DOPO LA VITTORIA ALLA CASA BIANCA

CI ha pensato la rivista glam “Vanity Fair” a richiamare subito l’attenzione sulle “speranze” dei Democratici dopo il ko clamoroso di Kamala Harris alle Elezioni Usa 2024: con Donald Trump nuovo Presidente «2 processi pendenti, 2 casi di impeachment, 4 altri anni». Dopo aver tirato la “volata” alla candidata Dem, i media americani spostano subito l’attenzione sulla particolarità di un Presidente americano che si appresta al giuramento nel gennaio 2025 potenzialmente essendo sotto processo e addirittura sotto condanna. L’affaire Stormy Daniels (che a fine mese arriva a sentenza, qui sotto il focus), i documenti secretati e portati nella residenza Mar-a-Lago in Florida, il tentativo presunto di sovvertire i risultati delle Elezioni in Georgia nel 2020: su questi processi sono attesi sviluppi se non proprio condanne/assoluzioni nelle prossime settimane, rendendo ancora più “turbolenta” una Presidenza che si appresta già potentemente contestata dal Partito Democratico.



Al di là del licenziamento o meno “in capo” al nuovo inquilino della Casa Bianca (tramite il prossimo Ministro della Giustizia) nei confronti del procuratore speciale Jack Smith – titolare dei processi su Capitol Hill e i documenti top-secret – in quanto spetta di diritto al Governo poter mettere mano al Dipartimento di Giustizia, sul processo Georgia la competenza dei giudici è in capo alla magistratura semplice federale e su questo non può avverrei alcun “fired” del giudice. Ci ha però pensato la procuratrice Fani Willis a farsi “beccare” in uno stato spinoso di conflitto di interessi che ha portato ad una sospensione per mesi del processo che potrebbe definitivamente decadere ora che l’obiettivo numero 1 ha vinto le Elezioni Presidenziali americane.



Il prossimo 12 novembre già Trump è atteso da una scadenza importante, ovvero la decisione del giudice Merchan in merito al ricorso presentato dagli avvocati del tycoon per annullare la condanna precedente (sul caso Stormy Daniels) vista la decisione della Corte Suprema della scorsa estate che ha concesso a sua volta una parziale immunità all’ex Presidente degli Stati Uniti d’America. L’1 luglio 2024 infatti la Suprema Corte americana ha spiegato al meglio quale sia il “perimetro” per stabilire impeachment ed eventuale copertura di immunità per un Presidente (o ex): il caso in questione riguardava i fatti del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill, con i giudici che hanno confermato che l’immunità presidenziale resta solo se il soggetto era ancora formalmente Presidente. In tal caso, ogni accusa decade formalmente: gli avvocati di Trump spingono su questa sentenza, ma se il giudice Merchan confermerà la condanna del leader repubblicano, si proverà a rinviare ulteriormente le prossime udienze in vista dell’insediamento del 20 gennaio 2025 come nuovo Presidente americano.



PROCESSO STORMY DANIELS VS DONALD TRUMP: ATTESA SENTENZA IL 26 NOVEMBRE. E SUL TEMA IMPEACHMENT…

Il tema dei processi contro Donald Trump reta insomma tutt’altro che “minimo” anche se ad oggi non sono molto alte le quotazioni su un’eventuale nuova apertura di procedura d’impeachment contro il prossimo Presidente degli Stati Uniti: quello che è certamente più imminente è un capitolo semi-finale sul processo Stormy Daniels, l’ex portnostar che accusa Trump di averla pagata per tacere della loro breve relazione nel 2006.

È attesa per il 26 novembre l’ultima udienza con sentenza finale a New York dopo la recente condanna del maggio 2024 per ben 34 capi di imputazione circa i 130mila dollari versati alla sua ex amante: è solo nell’ultimo processo di fine novembre che Trump conoscerà la reale entità della condanna, con rischio fino a 4 anni complessivi. In realtà dopo la sentenza della Corte Suprema sulla parziale immunità, il rischio effettivo per il 47esimo Presidente degli Stati Uniti appena eletto è prossimo allo zero: la decisione che prenderà il giudice di New York Merchan potrà annullare tutto oppure confermare, con però a quel punto la strategia dei legali del tycoon che puntano a giungere a gennaio 2025 quando Donald Trump sarà ufficialmente in carica come nuovo Presidente americano.