Storie Italiane si è collegato dall’aula del tribunale di Milano dove si sta svolgendo una nuova udienza del processo ad Alessia Pifferi. Ecco che cosa ha dichiarato l’inviato del programma di Rai Uno, Alessandro Politi: “Alessia Pifferi sta facendo dichiarazioni spontanee sta raccontando dei traumi subiti durante l’infanzia, difficoltà nello stringere amicizie, che era molto sola, della violenza sessuale subita, facendo nome e cognome dell’uomo amico di famiglia che avrebbe attuato la violenza a suo danno. Un’ultima dichiarazione forse per cercare di non ottenere l’ergastolo anche perchè la corte dopo essersi ritirata ha deciso di non integrare la richiesta delle cartelle dei documenti presentati dalla difesa in quanto ritenuti inutili, quindi questo porterà quasi certamente all’ergastolo”.



Viviana, la sorella di Alessia Pifferi, aggiunge: “Non si possono sentire certe dichiarazioni, sono cavolate, non è giusto dare ancora parola, è un’offesa, io penso ancora alla bambina. Sta gettando responsabilità su altri – ha aggiunto – la bambina se la voleva salva bastava che ce la dava, stiamo soffrendo noi fuori, lei sta infamando gli altri, sta ancora parlando di mio papà e dell’abuso, tutte cose non vere. Continua ad accusare gli altri e non abbassa la testa, tutte falsità e cattiverie, nessun abuso da parte di mio padre ne tanto meno di un amico di famiglia”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PROCESSO ALESSIA PIFFERI, L’AVVOCATO: “ABBIAMO TROVATO LE CARTE CHE NE CERTIFICANO LA DISABILITÀ”

A Storie Italiane si torna a parlare del caso di Alessia Pifferi, alla luce della nuova udienza di oggi circa il processo nei confronti della donna in carcere con l’accusa di aver fatto morire la figlia di 18 mesi, lasciata sola in casa. Il programma di Rai Uno ha mandato in onda le parole dell’avvocata di Alessia Pifferi, Pontentani, che entrando in tribunale ha spiegato: “Abbiamo trovato gli incartamenti, ho trovato la 104, l’abbiamo scoperto tardi, aveva una disabilità seria, accertata, è stata in psicoterapia dai 6 agli 11 anni poi ha smesso, forse la famiglia non ha capito la gravità, io chiederò una integrazione alla perizia, avrebbero dovuto cercarle prima queste carte, devo ringraziare il Policlinico che mi ha mandato le carte alle 17:00 di ieri sera”.



Storie Italiane ha avuto in collegamento anche Viviana, la sorella di Alessia Pifferi, presente stamane in aula per la nuova udienza: “Si tratta di problemi di una bambina con difficoltà di apprendimento – spiega riferendosi ai nuovi documenti portati in aula dall’avvocato – non con problemi psichiatrici che possa averla portata a fare ciò che ha fatto. Secondo me non c’entrano niente con tutto quello che ha fatto alla mia piccolina. I fogli sono stati firmati da mia mamma ma è un percorso che ti fa fare la scuola, un pacchetto della scuola dell’obbligo che fa anche mio figlio”.

PROCESSO AD ALESSIA PIFFERI, LA SORELLA VIVIANA: “E’ MANCATA UNA BIMBA DI 18 MESI”

La sorella di Alessia Pifferi ha aggiunto: “E’ mancata una bimba di 18 mesi, non penso c’entri con una persona che sappia o non sappia studiare o qualche problema di personalità che potrei avere anche io dopo questa tragedia ad esempio”. Viviana ha aggiunto: “Prima di parlare io leggo sempre tutto ma non ho letto alcuna legge 104 che sarebbe una invalidità a livello grave, questo è solo un discorso scolastico”.

E ancora: “Lei ha agito per farsi i fatti suoi, lasciando da parte la bambina, è inutile trovare duemila scuse, lei ha agito per andare a divertirsi lasciando sua figlia a casa. Il senso materno deve esserci in tutti, è umanità, c’è anche chi ha un deficit. Io spero sempre nel giudice e nella sentenza, il focus deve rimanere sulla bimba di 18 mesi che è morta, se fosse stata una malata psichiatrica io la bimba gliel’avrei tenuta”, ha chiosato Viviana.