Nuovo colpo di scena in merito all’inchiesta sullo scandalo Vaticano ed annesso processo legato alla compravendita del Palazzo londinese. I pm del Papa, come riporta Il Messaggero, in un documento di otto pagine depositato nella giornata di ieri alla cancelleria del Tribunale del Vaticano, hanno chiesto al presidente Giuseppe Pignatone di revocare l’ordinanza “nella parte in cui ha statuito il deposito dei file audio video” contenenti le deposizioni di mons. Alberto Perlasca contro il cardinale Angelo Becciu. Proprio al termine della prima udienza del processo iniziato lo scorso 27 luglio e che vede il cardinale Becciu imputato insieme ad altre 9 persone, Pignatone aveva chiesto ai pm di depositare tutti gli atti, file audio e video non depositati. Tra questi anche il video chiave relativo alla registrazione di Perlasca, collaboratore di giustizia nonchè principale accusatore del cardinale Angelo Becciu che dovrà rispondere di peculato.



Lo stesso Pignatone, al termine dell’udienza di apertura aveva ordinato ai pm di “depositare in Cancelleria entro e non oltre il 10 agosto copia dei supporti contenenti le registrazioni audio e video”. Materiale di cui, come evidenziato dalle difese degli imputati, nessuno aveva mai sentito parlare prima di allora.



CASO BECCIU, PM NON DEPOSITANO VIDEO DI PERLASCA: LE RAGIONI SPIEGATE IN 8 PAGINE

Nelle passate ore, tuttavia, è giunta la reazione dei magistrati alle richieste di Pignatone. I pm hanno definito “irricevibili” le sue richieste formulate in chiusura di udienza. In un documento di otto pagine visionato anche da Adnkronos, i pm del Vaticano hanno spiegato che “l’unico atto di documentazione delle dichiarazioni resta il processo verbale redatto”. Per questo, hanno aggiunto, “la richiesta di trascrizione delle registrazioni è, a parere di questo ufficio irricevibile”. Hanno inoltre ribadito che le registrazioni di Perlasca sarebbero state eseguite allo “scopo di prevenire e rimuovere eventuali contestazioni al momento della formazione e della chiusura del verbale redatto a norma del codice”. Depositare i video dell’accusatore di Becciu, per i pm potrebbe provocare “nocumento ai diritti delle persone che hanno partecipato agli atti”, ovvero avvocati e ad un interprete i quali non hanno dato il loro benestare alla riproduzione e divulgazione del video. “A parere di questo ufficio gli audio non possono essere consegnati”, si legge ancora, al fine di tutelare la privacy di Perlasca, del traduttore e dei legali. Per questo è stato chiesto a Pignatone di rivedere la sua decisione disponendone la revoca.

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