Via libera da parte del Senato all’utilizzazione di una intercettazione telefonica riguardante il senatore Carlo Giovanardi. Dopo una lunga battaglia l’Aula ha votato con 219 voti a favore, 13 contrari e due astensioni, per l’utilizzo della suddetta conversazione e dei relativi tabulati dello storico esponente del Centrodestra, nell’ambito dell’inchiesta Aemilia e il terremoto del maggio 2012 in Emilia Romagna. Come ricorda l’edizione online de IlFattoQuotidiano, l’ex senatore è stato rinviato a giudizio per minacce a corpo politico, amministrativo e giudiziario, rivelazione di segreti d’ufficio e minacce e oltraggio a pubblico ufficiale, a seguito delle presunte pressioni avvenute nel 2016 su alcuni funzionari della prefettura e del gruppo interforze a presidio della lista di imprese autorizzate negli appalti pubblici per la ricostruzione appunto delle zone terremotate dell’Emilia.
Il focus era in particolare sull’azienda Bianchini, i cui titolari sono stati condannati per legami con la ‘ndrangheta. L’azienda era stata esclusa dalla lista precedente proprio per i sospetti di mafia, e di conseguenza Alessandro Bianchini, figlio del patron, aveva deciso di creare una sua ditta, la Ios, che stando alla Dda di Bologna sarebbe stato solo un modo per aggirare l’ostacolo.
PROCESSO GIOVANARDI: LE ACCUSE DELLA DDA VERSO L’EX SENATORE
La stessa azienda era stata quindi a sua volta esclusa dalla “white list”, ed è questo punto, per lo meno stando a chi indaga, che entrerebbe in gioco Carlo Giovanardi, che avrebbe cercato di “far inserire le aziende – si legge su IlFattoQuotidiano.it in data 19 maggio 2021 – nella lista di quelle che possono svolgere i lavori di ricostruzione”. Entra in gioco a sua volta l’intercettazione di cui sopra, una chiacchierata telefonica fra Giovanardi e Bianchini, e in cui l’ex senatore spiega di aver discusso con il prefetto e i questori dell’epoca, chiedendo ragioni sull’esclusione. “Era mio dovere intervenire – spiega il politico –, poi mi fermo davanti alle inchieste penali perché le interdittive sono solo atti amministrativi”. Stando alla Dda Giovanardi avrebbe ottenuto un incontro con il colonnello Stefano Savo, Comandante Provinciale, e con il tenente colonnello Domenico Cristaldi, Comandante del Reparto Operativo, “nel corso del quale apertamente minacciava i due ufficiali e ne offendeva il decoro”, chiedendo chiarimenti sulla ditta Bianchini e “chiaramente pretendendo un cambio della predetta posizione”.