Rischia di aprirsi una nuova indagine sul caso Cucchi. Non sulla morte del giovane, ma sull’inquinamento probatorio che sarebbe in atto. A denunciarlo è stato il pm Giovanni Musarò, secondo cui nel Nucleo investigativo dei carabinieri c’è qualcuno che passa gli atti a qualche imputato. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, si aprono due scenari dopo le dichiarazioni di ieri: in Procura si ragiona sull’apertura di un’indagine perché i pm potrebbero decidere di identificare chi ha passato la documentazione ad uno degli imputati. Il secondo è legato al primo: ci sarebbero tensioni ancora vive nell’Arma dei Carabinieri, dove non tutti avrebbero condiviso la scelta del comandante Giovanni Nistri di costituirsi parte civile nel processo Cucchi, mentre si attende la nomina del suo successore. Il sospetto degli investigatori è che la documentazione sia uscita dal Nucleo investigativo di Roma, lo stesso che ha condotto le indagini sul depistaggio. “C’è un Giuda, un cavallo di troia (…) che fornisce atti e documenti per una verità parziale e fuorviante”, ha dichiarato ieri l’avvocato di Ilaria Cucchi, Fabio Anselmo. La sorella di Stefano ha commentato: “Abbiamo un Cucchi Quater. Il lupo perde il pelo ma non il vizio”. (agg. di Silvana Palazzo)
PROCESSO CUCCHI, PM “GIUDA NEI CARABINIERI”
Continua il processo a porte chiuse sul caso Stefano Cucchi e che vede sul banco degli imputati otto militari dell’Arma accusati di aver depistato le indagini. Nel corso della nuova udienza, come riporta TgCom24, a prendere la parola in aula è stato il pm Giovanni Musarò che ha commentato ed al tempo stesso denunciato: “Ancora oggi nel reparto operativo dei carabinieri c’è qualcuno che passa gli atti a qualche imputato. Siamo stanchi di questi inquinamenti probatori che continuano da 11 anni e vogliamo identificare gli autori”. Il pubblico ministero farebbe riferimento ad alcuni documento depositati nel corso della passata udienza dal difensore di uno degli imputati e che non erano stati formalmente richiesti. Stando a quanto reso noto dall’avvocato della famiglia di Stefano Cucchi, Fabio Anselmo, nel corso dell’udienza a porte chiuse il pm avrebbe aggiunto: “C’è un Giuda, un cavallo di Troia che speriamo di identificare che fornisce atti e documenti per una verità parziale e fuorviante”.
PM DENUNCIA “CONTINUA INQUINAMENTO PROVE”
In merito alle parole pronunciate in aula dal pm Musarò nell’ambito del processo sul caso Stefano Cucchi ed alle accuse di depistaggi dopo molti anni dall’inizio della triste vicenda, l’avvocato Anselmo ha commentato sul suo profilo Facebook: “Come dire: non abbiamo finito e non finiremo mai di subire interferenze illecite”. Lo stesso avvocato Anselmo ha proseguito: “All’udienza scorsa mi ero molto arrabbiato per il modo di procedere della difesa Testarmata soprattutto perché in possesso di documenti che non erano nel fascicolo. Mi ero opposto alla loro produzione ed utilizzo chiedendo esplicitamente lumi sulle modalità con le quali ne era venuto in possesso. Avevo ragione. Testarmata ne era venuto in possesso”, ha concluso il legale difensore della famiglia del giovane romano morto il 22 ottobre 2009, come scrive Affaitaliani.it. Le nuove dichiarazioni del pm Musarò in aula rappresentano l’ennesima bomba sul caso che continua a fornire nuovi colpi di scena e a lasciare ancora molti lati oscuri.