Processo Eternit Bis, chiesto l’ergastolo per il manager svizzero Stephan Schmidheiny, secondo il pm Gianfranco Colace, della Corte d’assise d’appello di Torino, l’erede della società multinazionale avrebbe agito in maniera consapevole, conoscendo i pericoli dell’amianto ma anteponendo comunque il profitto alla vita umana. Il magnate è accusato di omicidio volontario di 392 persone, che negli anni a Casale Monferrato, si sono ammalate e poi sono morte proprio per avere respirato particelle di amianto prodotto nelle fabbriche Eternit.



Il magistrato, che si sta occupando del complicato processo giudiziario, portando alla luce i dettagli dell’inchiesta, ha descritto Schmidheiny come un uomo senza scrupoli, che pur di guadagnare profitti ha consapevolmente esposto i lavoratori e i cittadini, ai pericoli e alle conseguenze gravi che le polveri del materiale potevano causare. La sua responsabilità è stata dimostrata più volte durante le indagini, che avevano scoperto sia che il manager aveva completamente ignorato i risultati degli studi, che evidenziavano la pericolosità della sostanza, e in occasione di una conferenza in Germania aveva anche ammesso di fronte ad alcuni collaboratori di essere informato in merito ai rischi.



Processo Eternit Bis, il Pm: “Stephan Schmidheiny ha continuato la produzione pur sapendo che l’amianto uccide”

Chiesto l’ergastolo per Stephan Schmidheiny, imprenditore svizzero delle industrie Eternit che è stato accusato di omicidio volontario per aver esposto consapevolmente operai e cittadini di Casale Monferrato ai rischi delle particelle di amianto. L’accusa, che rappresenta anche le 392 vittime, morte proprio per aver inalato le polveri involontariamente, ha definito il manager come “Un uomo che anteposto il profitto alla vita umana“, e continuato ad agire ignorando completamente tutti i pericoli ai quali stava esponendo le persone che lavoravano nella fabbrica, le loro famiglie, ma anche comuni cittadini residenti nella zona.



Come ha sottolineato il Pm davanti alla corte d’appello: “Ha continuato a produrre amianto pur sapendo che l’amianto uccide” dichiarando il falso e rassicurando gli operai dicendo che non c’era alcun rischio per la salute. Schmidheiny era già stato condannato a 12 anni per omicidio colposo e cosciente, dall’inizio del processo nel frattempo, dal 2016 ad oggi, ai primi morti si sono aggiunte altre persone, circa 400, alle quali è stato diagnosticato un mesotelioma incurabile, destinate purtroppo ad aumentare lil numero delle vittime dello stabilimento Eternit.