E’ trascorso poco meno di un anno dalla tragica morte di George Floyd, ieri in Minnesota è iniziato il processo all’agente di polizia Derek Chauvin. L’udienza del tribunale della contea di Hennepin si è aperta con la proiezione del video del decesso dell’afroamericano, un documento drammatico sul quale sono chiamati a decidere quattordici giurati e che ha scosso la comunità statunitense. Il processo avviene in diretta tv e sarà tra gli eventi più mediatici della storia a stelle e strisce.



La morte di George Floyd venne ripresa in diretta durante l’arresto da parte di quattro agenti di polizia intervenuti in seguito alla chiamata di un negoziante. Nella sequenza emerge in maniera chiara l’atteggiamento assolutamente non consono da parte dell’agente Derek Chauvin, che tiene immobilizzato il 46enne tenendo per svariati minuti il suo ginocchio sul collo della vittima. La famiglia di Floyd chiede giustizia, invocando «una condanna esemplare».



MORTE GEORGE FLOYD: PROCESSO AL VIA

Donald Williams III, un testimone dell’accusa, ha affermato davanti ai giudici che George Floyd stava «lentamente svenendo» durante i nove minuti in cui l’agente Chauvin si è inginocchiato sul collo e sulla schiena. L’avvocato del poliziotti ha invece sostenuto che l’uso della forza del suo assistito «era necessario». Primo giorno di dibattimento parecchio movimentato in quello che è definito un processo cruciale in relazione alla questione razziale negli Usa. Ricordiamo che Chauvin ha assistito in silenzio alla prima giornata ed è accusato di tre capi di reato, compresi l’omicidio con «disprezzo del valore della vita». Qualora venisse condannato per tutti e tre i reati, il massimo della pena prevede 75 anni di reclusione, praticamente un ergastolo. Benjamin Crump, uno degli avvocati che rappresentano la famiglia di George Floyd, ha rimarcato: «L’America chiede giustizia, il mondo intero ci sta guardando: questo omicidio non è un caso difficile da giudicare», in relazione alle immagini della morte dell’afroamericano.

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