Nuova udienza presso l’aula bunker del tribunale di Catania, per il processo Gregoretti, per cui al momento l’unico imputato è il leader della Lega, Matteo Salvini, ministro dell’interno all’epoca dei fatti. Oggi i giudici hanno interrogato il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, titolare del Mise quando scoppiò il caso Gregoretti, e l’attuale inquilina del Viminale, Lamorgese. “Sono contento di aver sentito i due testimoni – sono le parole di Salvini al termine dell’udienza, riportate dai principali quotidiani online – sul fatto che c’era una continuità nell’azione di governo, una condivisione e una soddisfazione per aver svegliato l’Europa”.
Secondo quanto scrive il quotidiano IlTempo, i ministri Lamorgese e Di Maio avrebbero confermato la continuità di azione del governo in merito ai casi Diciotti, Gregoretti e Ocean Viking, di conseguenza avrebbero smontato il teorema secondo cui a decidere il destino della Gregoretti sarebbe stato solo il leghista.
PROCESSO GREGORETTI-SALVINI, IL LEGHISTA: “SONO IO CHE RISCHIO 15 ANNI DI GALERA”
«A rischiare 15 anni di galera sono io – ha poi aggiunto l’ex titolare dell’Interno sempre in merito al processo Gregoretti – tutti pontificano, tutti chiacchierano, ma in aula bunker dove ci sono i processi di mafia c’è Matteo Salvini da imputato. Io oggi ho sentito una ricostruzione coerente e corretta dei fatti. Quello che facevamo, lo facevamo insieme. Lo decidevamo insieme, lo festeggiavamo insieme». Sulla deposizione di Di Maio è poi intervenuto il legale dello stesso, che ha fatto maggiore chiarezza: «Il ministro Di Maio non ha affatto detto che la notizia degli sbarchi si apprendeva dai tweet di Salvini, ma che da quei tweet dall’ex ministro degli Interni si aveva notizia del blocco della nave in mare. E, dunque, non dello sbarco, il che è sostanzialmente diverso». Il riferimento delle parole dell’avvocato è al racconto della collega Daniela Ciancimino secondo cui «Di Maio in aula ha detto che apprendevano degli sbarchi dai tweet di Salvini».