Episodio gravissimo accaduto durante l’udienza del processo contro la nuova Mala del Brenta, che si è tenuta ieri: un imputato ha aggredito e sfregiato un altro degli imputati presenti nel procedimento, nell’aula bunker a Mestre dove si sta appunto svolgendo il processo. L’aggressore si è presentato in aula, ovviamente senza farsi vedere, con un oggetto affilato, forse una scheggia di vetro scrive il sito di Repubblica, colpendo al volto e ferendo il “collega”. Fortunatamente è stato tempestivo l’intervento della polizia penitenziaria, che ha fermato l’aggressore, Paolo Pattarello, dalla sua vittima, Loris Trabujo, evitando il peggio.



Il primo, inoltre, ha gridato più volte la parola “infame” all’avversario, molto probabilmente perchè quest’ultimo aveva deciso di “pentirsi” rispetto ai fatti accaduti. Nel gergo della mala, ricorda ancora Repubblica, infame è l’insulto più pesante in quanto viene rivolto a coloro che tradiscono le regole del clan parlando con gli inquirenti, o confessando di aver commesso dei reati. Viene di fatto considerato un traditore e di conseguenza non più un membro del proprio gruppo ma un nemico.



SFREGIA COLLEGA AL VOLTO DURANTE PROCESSO MALA: IMPUTATO STA BENE

Loris Trabujo è stato subito soccorso dopo lo sfregio, portato in pronto soccorso e poi in ospedale, e dopo le medicazioni è rientrato in carcere a Tolmezzo, dove si trova in regime di detenzione: stando a quanto si apprende, le sue ferite non sarebbero gravi. Sia vittima che carnefice, come facilmente intuibile, appartengono all’ex Mala di Felice Maniero, precisamente della ‘frangia dei mestrini’, a carico dei quali si sta svolgendo l’udienza preliminare presso il tribunale di Mestre.

La nuova Mala è accusata di rapine, estorsioni e minacce aggravate dai metodi mafiosi. In particolare Trabujo è considerato da coloro che stanno indagando come uno degli eredi del potere che la vecchia Mala di Felice Maniero aveva esercitato in passato sulla gestione dei terminal turistici di Venezia. Trabujo e Pattarello si trovano attualmente in due carceri differenti.