Non è stato il punkabbestia Massimiliano Galioto ad uccidere Beau Solomon, il 19enne studente americano morto a Roma, annegato nel Tevere, il primo luglio del 2016. Questo l’esito del processo che ha visto imputato il 45enne punkabbestia. Secondo l’accusa, rappresentata dal procuratore generale d’appello Mario Ardigò, che per il clochard aveva chiesto una pena di 18 anni di reclusione contestando l’omicidio preterintenzionale, la tesi in sostanza era la seguente: “Galioto ha spinto Solomon facendolo finire nel Tevere ma non voleva ucciderlo“. Così come in primo grado, dove peraltro a Galioto veniva contestato l’omicidio volontario, anche la Corte d’Assise di Appello ha confermato l’assoluzione di Galioto per non aver commesso il fatto. La sua principale accusatrice era stata l’allora fidanzata Alessia Pennacchioli, che aveva raccontato di aver visto Galioto discutere animatamente con la vittima, spingerlo, colpirlo con un calcio, lanciargli un sampietrino e farlo cadere in acqua. Le sue dichiarazione, però, furono considerate “non sempre coerenti” e a tratti “lacunose“.



PROCESSO MORTE BEAU SOLOMON

A pesare sull’affidabilità del racconto della Pennacchioli anche il fatto che la donna fosse affetta da forte miopia e fosse solita “indossare a correzione degli occhiali rotti“. Per questo motivo, aveva anche sottolineato il gip, vi era la possibilità che non avesse percepito, “in condizioni di scarsa illuminazione e a diversi metri di distanza“, e per giunta interrompendo “un breve sonno indotto dall’assunzione di psicofarmaci”, la presenza di “più attori” sulla scena. Soddisfazione da parte del difensore di Galioto, l’avvocato Michele Vincelli: “Temevo che pesasse l’altra vicenda giudiziaria per la quale il mio assistito è in carcere. In relazione alla morte di Solomon le prove sono sempre state inesistenti“: Il legale si riferiva alla vicenda riguardante l’omicidio del clochard 38enne di origine rumena, Emanuel Stoica, ucciso a pugni e calci, avvenuto anche in questo caso sulla pista ciclabile all’altezza di Ponte Sisto, per cui Galioto era sottoposto alla misura cautelare in carcere. Il punkabbestia, dal suo punto di vista, aveva commentato: “Rancori? Nessuno. Nemmeno contro il colpevole, contro chi ha dato davvero la spinta a Salomon, a quel ragazzo americano. Non so chi sia stato. Non ho visto la scena. Prima o poi avrà rimorso, se ha un po’ di coscienza“.

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