Il terribilmente famoso e tragico naufragio Lampedusa dell’11 ottobre 2013 tornerà protagonista questa sera in uno speciale di ‘Un giorno in pretura‘: l’attenzione – come da tradizione per l’apprezzato programma di Roberta Petrelluzzi – sarà interamente posta sui dibattimenti in tribunale che si aprirono dopo la sciagurata catastrofe e che si conclusero (ma dopo ci arriveremo nel dettaglio tra qualche riga) con la prescrizione del reato e nessuna condanna impartita contro gli indagati.
Partendo da principio, è importante ricordare che quel terribile 11 ottobre 2013 è passato alla storia come il ‘naufragio dei bambini‘ perché a bordo di un peschereccio improvvisato proveniente dalla Libia persero la vita ben 60 minori, oltre a 208 adulti: erano da poco passate le 12:20 quando alla Guardia costiera arrivò la prima richiesta di soccorso da parte di un telefono satellitare nella quale si raccontò che l’imbarcazione era stata presa di mira dai proiettili di un commando libico.
La situazione era tragica con la barca parzialmente distrutta che ormai stava caricando a bordo ingenti quantità di acqua, numerosi feriti e anche qualche morto, ma i soccorsi per il naufragio di Lampedusa arrivarono con un ritardo di diverse ore perché l’intervento era di competenza della Guardia costiera maltese che alla fine decise di non intervenire: alle 17 la barca si ribaltò e gli agenti marittimi italiani decisero di raggiungerla per evitare il peggiore degli epiloghi.
Il processo per il naufragio Lampedusa dell’11 ottobre 2013: imputati, ipotesi di reato e sentenze
Il bilancio del naufragio Lampedusa dell’11 ottobre 2013 fu – appunto – impietoso e non ci volle molto prima che tre dei sopravvissuti (i libici Jammo Mohanad, Wahid Hasan Yousef e Hashash Manal che persero mogli e figli a bordo di quella nave) presentassero un esposto alla procura di Palermo lamentano il mancato soccorso da parte della Guardia costiera italiana: l’attenzione si concentrò attorno alle figure di Leopoldo Manna – all’epoca comandante siciliano della Guardia costiera – e dell’ex capo della sala operativa navale della Marina militare Luca Licciardi.
Per entrambi gli indagati del naufragio Lampedusa fu avanzata l’ipotesi di reato di omicidio colposo e rifiuto d’atti d’ufficio perché – si scoprì – quando l’intervento fu rimbalzato a Malta la nave italiana Libra si trovava nei pressi del peschereccio e continuò a seguirlo (in gergo ‘ombreggiarlo’) da distante: inizialmente furono avanzate ben due richieste di archiviazione per i capi d’imputazione, mentre si arrivò ad un processo vero e proprio solamente nel dicembre del 2022 quando i giudici non poterono che considerare estinti i reati “per intervenuta prescrizione” facendo cadere tutte le accuse.