SALVINI IN AULA A PALERMO PER NUOVA UDIENZA DEL PROCESSO OPEN ARMS: COSA SUCCEDE OGGI, QUALE RICHIESTA DI CONDANNA

«A testa alta, senza paura, per l’Italia e gli italiani»: così il vicepremier Matteo Salvini scrive su X poco prima di entrare nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo in quella che si appresta ad essere una delle ultime udienze del processo Open Arms. Dopo la richiesta di condanna formulata dalla accusa un mese fa, oggi è il turno dell’arringa della difesa a cui seguirà nelle prossime settimane il diritto di replica dei pm: entro fine 2024 è invece attesa la sentenza di primo grado sul processo che vede il segretario della Lega Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio nel caso della nave ong Open Arms (quando da Ministro dell’Interno nell’estate 2019 impedì lo sbarco di 147 migranti per alcuni giorni).



Lo scorso 14 settembre la procura di Palermo ha chiesto la condanna a 6 anni di carcere per l’allora capo del Viminale, a fronte di una potenziale condanna a 15 anni: Salvini, agendo fuori dai confini del Governo Conte-1 di cui faceva parte, avrebbe impedito lo sbarco inizialmente in opposizione alla governance Ue che contestava il metodo dei “porti chiusi” messi in campo dalla Lega nel biennio 2018-2019 al governo con il M5s. Questo ritiene l’accusa con la pm Giorgia Righi per la quale ora è stata assegnata la scorta dopo le fortissime polemiche per la richiesta di condanna espressa contro il leader del Carroccio: i gravi insulti e minacce via social hanno portato alla assegnazione della scorta da qui fino (almeno) alla fine del processo.



Salvini punta dritto contro una parte della magistratura “di sinistra” che avrebbe scelto di colpire un proprio nemico politico, rilevando un processo tutt’altro che costruito sui fatti: nel frattempo l’arringa della difesa con l’avvocato e parlamentare Giulia Bongiorno punta su diversi elementi per definire l’innocenza piena del vicepremier: a livello politico, con l’impossibilità che sul caso Open Arms sia solo Salvini al banco degli imputati e non l’intero Governo Conte, dall’ex Premier fino all’ex Ministro dei Trasporti Toninelli. A livello giuridico, con le norme in mano al Ministro dell’interno che ha il diritto dovere di difendere i confini del proprio Paese; a livello umanitario, visto che il barcone Open Arms con i migranti è stato assistito e non abbandonato, salvo poi decidere di farli sbarcare dopo l’intervento della magistratura.



L’ARRINGA DI GIULIA BONGIORNO: “OPEN ARMS DOVEVA SBARCARE IN SPAGNA. HA ESULTATO PER LA CADUTA DI SALVINI”

Su questi tre punti insomma si gioca l’arringa difensiva di Giulia Bongiorno che accompagna il leader della Lega Matteo Salvini nel processo Open Arms in corso ormai da anni e giunta ora quasi a conclusione: «Open Arms ha avuto innumerevoli possibilità di fare sbarcare i migranti soccorsi», spiega l’avvocato all’inizio dell’udienza da Palermo. La nave ong spagnola gestita da Oscar Camps ha però opposto svariati rifiuti e dall’1 al 14 agosto del 2019 in particolare avrebbe scelto di «bighellonare anziché andare nel suo Stato di bandiera, la Spagna». In poche parole, il senso dell’intervento di Bongiorno è nel far notare ai giudici che una nave non può “scegliere” dove sbarcare, specie se ha avuto svariati altri ordini di poter approdare prima a Malta e poi in Spagna. 

È un’arringa molto dura quella che Bongiorno porta a processo, convinta che tutti gli elementi emersi durante il processo non possano che portare all’assoluzione del suo cliente: non ci sarebbe stata ad esempio alcuna avaria sulla nave, così come non era “fuori controllo” come sostiene Open Arms, «basta guardare il video e questa barca ha una capacità di governo e propulsione perfetta». Nessuna avaria confermata, neanche dal consulente dell’accusa che infatti parla di «chiazza di colore diverso» ma senza documentare un buco o uno squarcio nel barcone. A quel punto Bongiorno affonda il colpo sul tema chiave dell’intero processo: Open Arms non ha incontrato “casualmente” il barcone naufragato dei migranti, ma la verità è che «ci fu una consegna concordata perché qualcuno ha dato indicazioni precise a Open Arms molto prima della segnalazione di Alarm Phone».

Mentre fuori dall’aula bunker una folta rappresentanza della Lega protesta contro la richiesta di condanna effettuata dall’accusa – presenti, tra gli altri, i Ministri leghisti Calderoli e Valditara – l’arringa di Bongiorno è durata ben più di un’ora nel voler ricostruire ogni singolo elemento dell’intricata vicenda processuale: oltre all’incontro non casuale, secondo la difesa, tra la nave ong e i migranti in mare, l’avvocato ha rivelato un episodio avvenuto il 20 agosto di quello stesso anno, quando a bordo della Open Arms i documenti video e audio riportano un festeggiamento dell’intera imbarcazione. Una voce riporta che Salvini “è caduto”, ovvero che la Lega è rimasta fuori dal Governo Conte il quale ha impostato un nuovo accordo di governo con Pd e Italia Viva, dando vita al futuro Governo Conte-2. «Si sente una voce dire che erano felici perché ‘è caduto Salvini’ e non per lo sbarco. Questo commento lo fa Oscar Camps», chiosa la legale della difesa nella sua lunga arringa.