Il  giudice dello Stato di New York ha stabilito che il procedimento penale per frode ed evasione fiscale contro la Trump Organization e il suo ex direttore finanziario, Allen Weisselberg, può proseguire. Lo riporta la “CBS”, che spiega anche che a febbraio Weisselberg e la società avevano chiesto l’archiviazione dei 15 capi d’accusa a loro carico. Il giudice, Juan Merchan, ha respinto uno dei diversi capi d’accusa di frode fiscale contro la Trump Organization, ma tutti gli altri sono rimasti in piedi.



La Trump Organization e Weisselberg, riferisce l’emittente americana, “hanno accusato i procuratori che lavorano per il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg di averli presi di mira ‘sulla base dell’animosità politica’ nei confronti dell’ex presidente Donald Trump”. La selezione della giuria avrà luogo il prossimo 24 ottobre. Ricordiamo che, in un documento del 23 maggio, i procuratori affermarono che l’indagine su Weisselberg fu stimolata da un articolo di “Bloomberg” del 2 novembre 2020 sui presunti vantaggi che Weisselberg avrebbe ricevuto.



PROCESSO CONTRO LA TRUMP ORGANIZATION: ECCO COSA SUCCEDE ORA

La Trump Organization è stata accusata nel luglio 2021 di aver fornito ai dirigenti ricchi vantaggi non tassati, che i procuratori hanno definito “compensi indiretti per i dipendenti”. Weisselberg, in particolare, è stato accusato di aver ricevuto 1,7 milioni di dollari in benefici, tra cui un appartamento e un’auto. Sia lui che la società si sono dichiarati non colpevoli.

Intanto, il giudice Merchan, scrive ancora “CBS”, ha detto che a settembre ascolterà le argomentazioni sulla richiesta del team di Weisselberg di sopprimere le prove di due investigatori del procuratore distrettuale di Manhattan che, a suo dire, ‘hanno fatto due chiacchiere’ con Weisselberg mentre era in custodia. Una dichiarazione attribuita a Weisselberg – in cui descriveva il lungo viaggio dalla sua casa di Long Island – è stata inclusa nei documenti del tribunale. Gli avvocati di Weisselberg, accusato di essersi trasferito in un appartamento aziendale a New York City senza pagare le tasse, hanno sostenuto che è stato essenzialmente ingannato a divulgare informazioni che altrimenti non avrebbe fornito in presenza di un avvocato”.