Svolta nel processo cosiddetto Ruby ter, a carico di vari imputati fra cui il senatore Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia ed ex presidente del consiglio: nella giornata di ieri la presidenza del Consiglio ha fatto sapere di avere dato incarico all’avvocatura dello Stato affinché revochi la propria costituzione di parte civile nel processo penale: “La costituzione – come si legge nella nota di Palazzo Chigi che è stata pubblicata fra gli altri dal portale web di SkyTg24 – era stata disposta nel 2017 dal governo Gentiloni, un esecutivo a guida politica, in base a una scelta dettata da valutazioni sue proprie, in un momento storico in cui non erano ancora intervenute pronunce giudiziarie nella medesima vicenda”.
La formazione, si legge ancora nel comunicato a corredo della decisione dell’esecutivo Giorgia Meloni “avvenuta nell’ottobre 2022, di un nuovo governo, espressione diretta della volontà popolare, determina una rivalutazione della scelta in origine operata. Ciò appare tanto più opportuno alla stregua delle assoluzioni che dapprima la Corte di Appello di Milano con sentenza del luglio 2014, divenuta irrevocabile, poi il tribunale di Roma con sentenza del novembre 2022, hanno reso nei confronti del senatore Berlusconi in segmenti della stessa vicenda”.
PROCESSO RUBY TER, BERLUSCONI: IL COMMENTO DI LICIA RONZULLI
Sulla vicenda si è espressa Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato, che parlando a nome del proprio partito ha spiegato: “Siamo soddisfatti e felici. Mi sarei stupita del contrario, che il governo si costituisca parte civile in un processo in cui c’è una parte del suo stesso governo. Tendenzialmente – ha aggiunto – non ho capito come mai il governo precedente l’avesse fatto. È sempre meglio aspettare il risultato della magistratura che costituirsi parte civile”.
Lo scorso mese di novembre 2022, il Cavaliere Silvio Berlusconi era stato assoluto in uno dei processi Ruby ter a Roma in quanto il fatto non sussisteva mentre ad ottobre di due anni fa, 2021, era stato assolto dal tribunale di Siena in un altro processo in cui era accusato di aver corrotto il pianista Danilo Mariani.