Ad alcuni giorni di distanza dall’udienza preliminare dello scorso 3 ottobre, che ha visto Matteo Salvini comparire al Palazzo di Giustizia di Catania per via del caso della nave Gregoretti dello scorso agosto 2019, a fornire alcune novità sulla vicenda ci ha pensato oggi Giulia Bongiorno. Ospite di “Tagadà”, talk show di approfondimento politico su La7 condotto da Tiziana Panella, la 54enne senatrice eletta nelle fila della Lega e avvocato, ha infatti parlato di un audio che riguarderebbe il Presidente del Consiglio. Infatti nell’ambito del processo che vede l’ex Ministro dell’Interno imputato per sequestro di persona, la Bongiorno ha raccontato di una chiamata ricevuta da Giuseppe Conte in cui gli chiedeva se a novembre avesse intenzione di testimoniare circa la bontà delle procedure eseguire durante quell’estate sugli sbarchi dei migranti. E alla domanda della conduttrice su quale risposta si aspetti dal premier, la senatrice ha risposto: “Che verrà e confermerà ciò che ha detto pubblicamente”, ricordando a suo dire come sia notorio che Salvini non stesse sequestrando nessuno.
GIULIA BONGIORNO, “ABBIAMO UN AUDIO DI CONTE IN CUI DICE CHE…”
Nella sua breve intervista concessa quest’oggi a “Tagadà” (a questo link la clip video), Giulia Bongiorno poi ha voluto spiegare meglio il motivo per cui secondo lei non si configura il reato di sequestro di persona: “Salvini stava aspettando che il premier Conte terminasse le procedure di redistribuzione per poi far sbarcare i migranti”, tornando poi anche sul motivo per cui non ha chiamato Conte ma solo Luciana Lamorgese, attuale titolare del Viminale. “Abbiamo un audio in cui il Presidente del Consiglio racconta la procedura: prima si redistribuisce e poi si fanno gli sbarchi” ha continuato la Bongiorno facendo notare che i migranti si trovavano ancora sulla nave Gregoretti in attesa che terminasse la procedura di redistribuzione. “Un audio vale più di mille testimonianze: Salvini non stava sequestrando nessuno” ha ribadito concludendo l’avvocato siciliano e spiegando il motivo per cui non è necessaria la testimonianza dell’inquilino di Palazzo Chigi.