Forse un po’ a sorpresa visto come era andata la vicenda Gregoretti, la Giunta per le immunità del Senato ha votato no al processo nei confronti dell’ex ministro dell’interno, Matteo Salvini, in merito al caso Open Arms. Fra i tanti che hanno deciso di votare in favore del procedimento per l’ex leghista, anche la senatrice del Movimento 5 Stelle, Alessandra Riccardi, che intervistata dall’agenzia Adnkronos ha motivato il suo voto contrario dicendo: “semplicemente perché, come nel caso della Diciotti, a mio avviso sussisteva anche in questo caso l’azione di governo nel perseguimento della politica dei flussi migratori”. E rispondendo alla domanda se il voto di oggi possa far presagire un suo passaggio nella Lega, la stessa Ricciardi ha tagliato corto: “Io sono nel Movimento”. Con i 13 voti contrari al processo e i 7 a favori, la Giunta ha salvato Salvini considerando la decisione di non far sbarcare i 150 migranti sulla Open Arms, una decisione collegiale, condivisa dal ministro dell’interno ma anche dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e da tutte le autorità preposte dell’ex governo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



OPEN ARMS-SALVINI, GIUNTA SENATO VOTA CONTRO PROCESSO

La Giunta per le autorizzazioni a procedere in Senato ha votato contro il processo a Matteo Salvini, rimandando così in Aula il dibattito a giugno con un indirizzo marcato della Giunta Immunità che dice 13 voti contrari al procedimento per l’ex Ministro dell’Interno e solo 7 voti a favore del processo. Come già anticipato nei precedenti aggiornamenti, Italia Viva non ha partecipato al voto mandando così il Governo in minoranza, ma non è stato l’unico colpo di scena avvenuto stamane: contro il processo si sono espressi i cinque senatori della Lega, i quattro di Forza Italia, Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, Meinhard Durnwalder delle Autonomie e l’ex M5s Mario Giarrusso, ma ha votato No al processo anche la grillina Riccardi che si è detta in dissenso dal suo gruppo politico. Contro Salvini hanno invece votato Anna Rossomando del Pd, Pietro Grasso di Leu, Gregorio de Falco del Misto e 3 M5s su 4. Fuori dall’aula invece i renziani che chiedono maggiore istruttoria e ritengono Salvini non l’unico ad aver agito nel caso Open-Arms.



«No allo sbarco dei 161 immigrati dalla Ong spagnola Open Arms, la Giunta del Senato ha appena votato (13 a 7) che ho fatto solo il mio dovere, nell’interesse del popolo italiano. Grazie a loro, e grazie a Voi….»;, ha scritto su Facebook poco fa il leader della Lega. Pochi minuti più tardi in una diretta streaming sempre su FB è lo stesso Salvini a ribadire la soddisfazione per il voto in Giunta chiedendo però un passo in più «chiediamo azzeramento Csm e rinomina dei magistrati estratti a sorte. Dopo aver letto le intercettazioni che dice “Salvini ha ragione ma dobbiamo fermarlo”». Il leader della Lega dice che la partita non è finita e continuerà al Senato ma intanto, conclude, «si è dimostrato che ho agito nel rispetto dello Stato e con la collaborazione del Governo».



ITALIA VIVA NON PARTECIPA AL VOTO E “SALVA” SALVINI

«Non partecipiamo al voto oggi in Giunta», con queste parole i tre senatori di Italia Viva Giuseppe Cucca, Francesco Bonifazi e Nadia Ginetti di fatto “salvano” per ora il leader della Lega Matteo Salvini dal voto sul processo. Con i 12 voti già sicuri (5 Lega, 4 Forza Italia, 1 FdI, 1 Autonomie e con ogni probabilità anche l’ex M5s Giarrusso) i 3 voti “mancanti” al Governo dei renziani fanno scendere i “favorevoli” al processo Open Arms per Salvini a solo 8 unità. Il capogruppo dei renziani in Giunta Bonifazi ha così motivato la scelta a sorpresa che ribalta per ora le sorti del processo: «Italia Viva ha deciso di non partecipare al voto sulla vicenda Open Arms: ci rimettiamo dunque all’aula. Non c’è stata a nostro parere un’istruttoria seria, così come avevamo richiesto sia in questo caso che nella precedente vicenda Gregoretti: era necessario ricevere indicazioni sui rischi reali di terrorismo e sullo stato di salute riguardo alle imbarcazioni bloccate in mare dall’ex ministro dell’Interno, che non sono arrivate».

Non solo, è ancora il renziano Bonifazi a ribadire «Dal complesso della documentazione prodotta, non sembrerebbe emergere l’esclusiva riferibilità all’ex Ministro dell’Interno dei fatti contestati». In sostanza, secondo Italia Viva il caso Open Arms avrebbe visto intervenire non solo Salvini ma anche altri dell’allora Governo Conte-1, chiaro ed evidente messaggio di “sfida” tanto al Movimento 5 Stelle quanto allo stesso Presidente del Consiglio. Entro giugno il Senato dovrà pronunciarsi in merito e allora lì Italia Viva quasi certamente voterà contro Salvini, ma non senza – probabilmente – vedere sul “banco degli imputati” altri elementi dell’allora maggioranza gialloverde.

VOTO IN GIUNTA SUL CASO OPEN ARMS

Si tratta del terzo simile caso che in pochi mesi vede di nuovo convocata la Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato su uno stesso parlamentare: si vota oggi, dopo lo slittamento per l’emergenza Covid, sul potenziale processo a Matteo Salvini per il caso Open Arms. Dopo Diciotti (“salvato” dal Parlamento con voto decisivo del M5s) e dopo Gregoretti (processo si farà, con Senato che ha votato a favore e con il cambio di posizione del Movimento 5 Stelle), il leader della Lega torna ad essere protagonista di una richiesta a procedere formulata dal Tribunale dei Ministri di Palermo in merito al caso della nave Ong spagnola tenuta al largo di Lampedusa nel ferragosto 2019, in piena crisi di Governo Conte-1.

Oggi i senatori sono convocati per votare se dare il via libera al processo a Salvini (in quel caso il dibattito si sposterà a Palazzo Madama nelle prossime settimane per il voto finale) o se stralciare la posizione dopo le accuse di sequestro di persona e di rifiuto di atti di ufficio per la vicenda dei migranti della nave Open Arms, bloccati a largo per alcuni giorni, prima dello sbarco a Lampedusa, nell’agosto 2019. Esattamente come nei due casi precedenti, il presidente della Giunta Maurizio Gasparri (Forza Italia) propone di respingere la richiesta di processo ma è evidente il nodo politico che ancora una volta circonderà la Giunta, specie dopo l’ultimo “colpo di scena” del caso Gregoretti che ad inizio 2020 vide la stessa Lega proporre il processo per dimostrare davanti ai giudici l’assoluta innocenza dell’allora Ministro dell’Interno.

SALVINI-OPEN ARMS: QUALI SONO LE ACCUSE

È giusto di ieri la notizia che il processo a Matteo Salvini sul caso Gregoretti (che doveva tenersi il prossimo 4 luglio a Catania come prima udienza) è stato spostato al prossimo ottobre per via dei tanti slittamenti giudiziari post-emergenza coronavirus: non sono pochi quelli che hanno però evidenziato come la decisione sia giunta pochi giorni dopo lo scandalo delle intercettazioni tra alcuni magistrati (tra cui l’indagato ex n.1 Anm Luca Palamara) che sostenevano come proprio il leader della Lega sul tema migranti avesse tutte le ragioni giuridiche del caso ma che «va colpito lo stesso, dobbiamo fermarlo». Insomma un nodo politico tra magistrati che ha alzato un polverone arrivando fino alle dimissioni degli attuali presidente e segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati: in questi scenari e con questo clima, dopo le denunce dello stesso Salvini a Mattarella nel dirsi «preoccupato di essere giudicato da questo tipo di magistratura», si ritrova oggi la Giunta per il caso Open Arms.

«Noi ci auguriamo che la giunta voti per portare la decisione in Senato. In questo momento è ancora più importante tornare a raccontare quello che è accaduto ad agosto per ribadire che trattenere per giorni persone già provate fisicamente e psicologicamente su una nave, senza permettere loro di scendere, può portare a momenti di tensione e a scelte pericolose, oltre ad essere incostituzionale e a violare qualunque convenzione internazionale», ha spiegato ieri Veronica Alfonsi all’Adnkronos, coordinatrice italiana della ong Open Arms, nel chiedere il via libera a procedere verso il processo. Il giudici di Palermo sostengono che «il decreto sicurezza bis non può essere applicato a navi che soccorrono naufraghi perché il soccorso in mare è obbligatorio», ma saranno ora i senatori, in base alle carte in mano, a dover dare il proprio voto contrario o favorevole il processo a Salvini.

I NUMERI DELLA GIUNTA IN BILICO

«Ong spagnola che raccoglie immigrati in acque libiche e maltesi e, nonostante la disponibilità di un porto sicuro in Spagna, si dirige in Italia. Ho difeso la legge, la sovranità, la sicurezza, l’onore e la dignità italiane, con l’accordo dell’intero governo. Sono tranquillo e rifarei tutto, non per interesse personale, ma per tutelare il mio Paese» ha commentato ieri Salvini alla vigilia del voto in Giunta al Senato. Ancora non è dato sapere cosa faranno i vari gruppi anche se difficilmente si assisterà ad una Lega ancora “favorevole” al processo, non essendoci ora questioni politiche “immediate” per provare a smascherare le manovre politiche della maggioranza. Si andrà dunque con un più che probabile muro contro muro tra maggioranza e opposizione in Giunta prima del voto finale: 23 componenti, sulla carta ci sono 11 voti a favore del processo (5 del M5s, uno del Pd, 3 di Iv, uno di Leu e uno del gruppo misto) e 10 contrari (4 di Forza Italia, 5 della Lega, uno di FdI). Potenzialmente decisivo potrebbe essere il voto dell’ex M5s Mario Michele Giarrusso, in piena rotta di collisione con il Governo Conte e dunque in procinto di poter prendere scelta diversa dalla sua ex maggioranza.

Sentito dal Corriere della Sera in merito al voto di oggi, Giarrusso non ha però svelato le sue carte: «Come voterò lo saprete quando saranno resi noti i risultati, non un momento prima, ma non ho promesso un bel niente a nessuno, io non partecipo ai mercati stile Renzi e chi si azzarda a ripetere che ho fatto il baratto per passare alla Lega io lo querelo, lo que-re-lo». Quel che è certo è che attorno al voto sul caso Open Arms si giocano almeno due “sottotesti” altrettanto importanti: da un lato le similitudini con i casi Diciotti e Gregoretti, dove però in un caso l’ex Ministro è stato archiviato e nell’altro rinviato a giudizio. In secondo luogo, il tema magistratura dopo la bufera in Csm e Anm è decisamente “esplosiva” e si dovrà cercare un pieno svolgimento il più possibile senza “condizionamenti” dopo le shoccanti intercettazioni contro Salvini e i casi giudiziari con lui indagato.