Entra nel vivo il processo per i presunti maltrattamenti nel reparto dell’ospedale Santa Chiara di Trento dove lavorava la ginecologa forlivese Sara Pedri, scomparsa nel 2021 e mai ritrovata. Per ore, nella recente udienza, è stata sentita la vice del primario Saverio Tateo finita con lui sotto accusa, Liliana Mereu. La donna ha respinto le contestazioni, ricostruisce Il Corriere della Sera, sostenendo di non aver “mai vessato le colleghe” e negando che nel contesto lavorativo si consumassero pressioni e mobbing. Per gli inquirenti, però, Sara Pedri si sarebbe tolta la vita al culmine di episodi di questo tipo che sarebbero documentati anche dalla testimonianza di almeno 20 dipendenti della struttura.



La sorella della vittima, Emanuela Pedri, si batte senza sosta per l’accertamento della verità e confida nella giustizia ora che il procedimento ha preso avvio. Un primo passo importante per la famiglia, come lei stessa ha dichiarato in una intervista riportata dal Resto del Carlino, dopo la paura che tutto si arenasse senza arrivare in un’aula di tribunale. “Un verdetto a noi favorevole – ha aggiunto la sorella di Sara Pedri – sarebbe un messaggio forte. E servirebbe da amplificatore, da esempio per tutti e, nello specifico, per tutte le donne che sul lavoro si sentono vessate o non valorizzate come dovrebbero“. Dopo 3 anni dalla sparizione della giovane ginecologa, le ricerche si sono fermate:Questa del corpo di Sara, che non c’è più, è una ferita destinata a restare aperta. Però Sara continua a vivere non solo nei nostri cuori ma nelle centinaia di testimonianze che ogni giorno ci arrivano sulla sua pagina Facebook“.



Sara Pedri, le parole di Liliana Mereu che respinge le accuse: “Mai vessato le colleghe”

Sara Pedri è scomparsa il 4 maggio 2021 in Trentino e di lei, finora, nessuna traccia. Il corpo non è stato ritrovato e l’ipotesi è che sia sul fondo di un lago di difficile ispezione, motivo per cui le ricerche, purtroppo, si sono dovute interrompere. L’attenzione delle autorità e dei Vigili del fuoco, però, resta sempre alta come confermato dalla sorella della ginecologa, Emanuela Pedri, che non perde la speranza di darle giustizia.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Liliana Mereu, vice del primario Saverio Tateo chiamata a rispondere con lui dell’accusa di maltrattamenti sul posto di lavoro, nella udienza di poche ore fa avrebbe negato ogni addebito respingendo anche l’ipotesi di aver colpito Sara Pedri a una mano in sala operatoria per rimproverarla. “Non ho mai colpito le mani di Sara Pedri con un ferro chirurgico, non avevo alcun strumento in mano e non ne avevo motivo. Non ho vessato nessuno, tutto è scoppiato dopo la scomparsa di Sara, mi sono sentita accerchiata da alcune colleghe“. Tra le parti civili a processo, 7 ginecologhe presunte vittime di vessazioni da parte del primario e della sua vice e una dottoressa che, secondo la sua ricostruzione, sarebbe stata costretta al trasferimento presso un’altra struttura ospedaliera proprio a causa della situazione di pressione e mobbing che si sarebbe creata in quel reparto. “20 dotteresse hanno avuto il coraggio di esporsi e non girarsi dall’altra parte – ha commentato la sorella di Sara Pedri -. È importante dirlo, perché denunciare non è mai banale. A volte purtroppo dalle tragedie nasce il coraggio e questo è stato, oggi però il sistema deve essere un esempio, questo deve far riflettere, per permettere a chi vive un disagio così importante di poter denunciare perché si sente tutelato e protetto. Penso che manchi proprio questo, oggi non si denuncia perché ci si sente abbandonati”.