Processo Vaticano, la Segreteria di Stato della Santa Sede ha richiesto un risarcimento dei danni morali provocati dagli imputati alla reputazione, affidandosi ad una società esperta, che ha quantificato il valore monetario in un importo che va dai 98 ai 177 milioni di euro. Si tratta di “uno degli importi più alti per danno di immagine mai calcolati“, come ha affermato l’avvocato parte civile Paola Severino al sito Vaticannews. La stessa legale che aveva sempre sostenuto durante le udienze, la necessità di un risarcimento per sanare gli oneri utili alla “campagna reputazionale mirata a riabilitare l’onore intaccato dai reati commessi“.



Affermando anche che la Santa Sede è stata: “vittima di “abusi e raggiri” da parte di “mercanti del Tempio” a cui hanno aperto le porte rappresentanti stessi della Segreteria di Stato“. Pertanto in base alla ricostruzione dei fatti avvenuti nelle operazioni di controllo del patrimonio della Segreteria,  ha concluso “Questa parte civile si reputa fortemente danneggiata”, aggiungendo che: L’accertamento della verità è lo scopo del processo, non la vendetta, non il regolamento dei conti, non gli interessi di carattere personale. Questo riafferma la forza della Chiesa di fronte alla fallacia degli uomini. Aver voluto questo processo è un fatto simbolico“.



Processo Vaticano, avvocato Severino “Gravi danni di immagine per la Santa Sede, quantificabili in 138 milioni”

Nel processo Vaticano in merito alla compravendita fallimentare del palazzo di Londra, l’avvocato paola Severino ha stabilito un risarcimento dovuto di almeno 138 milioni. Le spese richieste dalla Santa Sede sono state imputate al grave danno di immagine causato in particolar modo chiedendone conto a monsignor Angelo Becciu, che all’epoca dei fatti era il sostituto per gli Affari Generali della segreteria di Stato. Ora Becciu rischia una condanna a 7 anni e 3 mesi di carcere, oltre all’interdizione dai pubblici uffici e una confisca dei patrimoni.



Il danno di immagine quantificato invece è stato richiesto agli altri imputati nella vicenda, compreso il broker Gianluigi Torzi. Lo stesso che in base alla ricostruzione dell’avvocato Severino avrebbe “giocato con i soldi del Vaticano“. Le richieste di ristori sarebbero state avanzate quindi per risanare le lesioni dimmagine che la vicenda ha avuto, con un’eco mediatica in almeno 130 paesi. Oltre a questo si aggiunge un’altro risarcimento, che è stato chiesto dallo Ior, per fondi illegalmente sottratti dali imputati nel corso della vicenda. Quantificabili a circa 700 milioni di euro, che si andranno ad aggiungere al danno morale.