LA CONSULTA TORNERÀ A PRONUNCIARSI SULLA PROCREAZIONE ASSISTITA: IL CASO DEL TRIBUNALE DI FIRENZE
La Corte Costituzionale dopo 9 anni dall’ultimo intervento ufficiale tornerà a pronunciarsi sulla procreazione medicalmente assistita, in particolare sulla fecondazione eterologa dove si ricorre a ovociti/seme da donatore: lo ha deciso il Tribunale di Firenze sollevando la questione di legittimità sul divieto di accesso alla procreazione per una donna single di Torino. La Consulta dovrà a questo punto prendere sentenza nei prossimi mesi dopo che, secondo i giudici toscani, vi sarebbe stata una coalizione «della libertà di autodeterminazione» della donna ricorrente.
Sulla PMA (Procreazione medicalmente assistita) attualmente la legge punisce la fecondazione assistita per single e persone dello stesso sesso: il caso denunciato dall’Associazione Luca Coscioni – che assiste Evita, una donna 40enne di Torino – parte dalla richiesta della single di accedere alla fecondazione assistita in un centro specifico in Toscana. I medici hanno negato tale iter in forza dell’articolo 5 previsto dalla Legge 40 sulla procreazione assistita: ovvero, viene negato l’accesso per chi non rientra nelle coppie di sesso diverso e/o per i single. Secondo la giudice di Firenze invece vi sarebbero motivi sufficienti per dubitare dell’intera costituzionalità della norma presente in termini di legge.
PROCREAZIONE ASSISTITA: COSA DICE LA LEGGE E COSA CHIEDE LA RICORRENTE IN TOSCANA
Facendo riferimento a diversi casi all’estero, il tribunale di Firenze ritiene ingiusto e illegittimo il divieto di procreazione assistita per le single, tanto che lo stesso diniego sarebbe aggirabile ormai con il “turismo procreativo” all’estero (simile al percorso che intraprendono chi sfruttano la maternità surrogata nei Paesi in cui non è vietata). Sempre secondo i giudici della Toscana, la legge 40 sulla fecondazione eterologa per le single violerebbe svariati principali costituzionali, tra cui: salute, libertà di autodeterminazione, uguaglianza e diritto alla famiglia.
Siccome la fecondazione eterologa è divenuta legale dal 2014 in Italia, con la prossima sentenza che attende la Corte Costituzionale si potrebbe – secondo l’Associazione Coscioni – fare un ulteriore passo in più riconoscendola anche per le donne single. Al di là del successo o meno nell’impianto di ovociti o seme di donatori nell’utilizzo della procreazione assistita (ampiamente cresciuto negli ultimi anni, con l’Italia divenuta eccellenza in Europa per questi tipi di fecondazione, al pari della Spagna) resta il tema etico e sociale garantito dalla Legge 40: il divieto di procreazione per soggetti single nasce dall’intento di fornire al nascituro la possibilità di avere un padre e una madre, a differenza di alcuni Stati mondiali dove invece non v’è praticamente alcun “limite” ad una pratica in laboratorio che rischia di mettere al mondo individui già semi “orfani”. Come ha spiegato a suo tempo l’allora Arcivescovo di Parigi, Mons. Michel Aupetit, nel contrastare la legge in Francia “PMA per tutte”, con tale legislazione si priva il bimbo fin dall’inizio della sua vita «della figura paterna e altera le dinamiche familiari, con un evidente sbilanciamento delle relazioni intra ed extra-familiari».