L’ACCUSA DEL PROCURATORE DI ROMA FRANCESCO LO VOI: “MAFIA, ROMA COME PALERMO”

«Mafia? Roma come Palermo»: chiaro, è un “titolo” ma è essenziale per capire quanto affermato dal procuratore di Roma Francesco Lo Voi, tornato a Palermo (dove è stato per anni magistrato in Procura) per le celebrazioni dei 30 anni dalla strage di mafia contro i giudici Falcone e Borsellino.



Solitamente schivo e non incline a “spettacolarizzazioni” mediatiche, Lo Voi lancia un allarme molto preoccupante per la situazione della criminalità organizzata nel cuore pulsante d’Italia: «Da ciò che mi hanno spiegato colleghi e forze di polizia da quando sono a Roma», ha detto il procuratore di Roma durante la manifestazione organizzata nei 30 anni dalla Strage di Capaci, «la situazione in certi ambienti non è troppo diversa da quella che avevo lasciato a Palermo, con: tentativi d’infiltrazione nell’economia e nella pubblica amministrazione nelle più varie forme».



LO VOI: “ITALIA SI LIBERI DAL CANCRO DELLA MAFIA”

Sempre Lo Voi nel suo breve ma intenso discorso di denuncia della situazione delle mafie a Roma, come nel resto d’Italia, sottolinea come occorra fare al più presto una seria presa di coscienza del problema.

«Parliamo di economia, pubblica amministrazione e di difficoltà in cui molte imprese si sono trovate. Ma in realtà, questo popolo che vediamo a Palermo, tutti quelli che verranno dopo di noi che ricopriranno incarichi organizzativi, istituzionali nei prossimi anni cosa se ne faranno della mafia», si chiede Francesco Lo Voi parlando alla piazza in sostegno alla legalità, nel nome di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. «Quale sarà l’utilità della mafia, della ‘ndrangheta e delle organizzazioni camorristiche? Perché in un Paese come l’Italia, che ha tutte le possibilità di potere gestire ed essere in primissimo piano in Europa e non solo dal punto di vista Istituzionale, sociale, culturale, ambientale, ci sono ancora le mafie?» si chiede ancora provocatoriamente il procuratore, che non abbassa i toni della denuncia, «A che serve la mafia? Che cosa si aspetta ancora a liberarsi di questo cancro?».