Romano Prodi, nel corso dell’intervento al Forum “L’Europa che vogliamo” organizzato dal Pd a Roma, ha preso parola affermando: “Il populismo ha finito di prendere sempre più peso in Italia e altrove: è il rifugio di un popolo che non trova casa in una partito e molti non l’hanno più trovato nel Pd. Se in 15 il Pd ha perso 6 milioni di elettori significa che bisogna fare un’altra strada per costruire una percorso italiano ed una europeo. Ma con tutte le debolezze, il Pd resta l’unico partito politico ancora capace di parlare con i suoi elettori ed è l’unico che ha sempre avuto forti radici europee“.



Secondo l’ex Premier “solo attorno a un progetto forte si può creare una coalizione capace di vincere nel nostro Paese e di avere la necessaria autorità in Europa. È stata detta tante volte la frase di Chirac ‘Non c’è Europa senza Italia’. È ancora così”. Per questo “dobbiamo inviare a Bruxelles una squadra forte coesa e competente e che si prepari a ricoprire in futuro ruoli più grandi dai quali è stata esclusa, perché nessuno ha fatto questa squadra”.



Romano Prodi al Forum del Pd: “Ad Atreju non sono mai stato”

Romano Prodi, sul palco del Forum “L’Europa che vogliamo” organizzato dal Pd a Roma, ha parlato anche della kermesse di FdI: “Ho visto che hanno detto che sono stato ad Atreju. Non ci sono mai stato, ho cercato negli archivi possibili immaginabili, ma forse un tempo ci si poteva anche andare, oggi no, quello è diventato un discorso interno, chiuso, con un dibattito finto”. Per l’ex Premier, anche un attacco diretto al raduno, senza troppi giri di parole: “Quando chiamate Musk, o Vox o questi interlocutori, vuol dire che vivete in un mondo diverso, statevene nel mondo diverso, questo è quello che penso. Poi siccome hanno avuto il buonsenso di non invitarmi non mi sono posto il problema”.



A parlare nel corso dell’evento anche il Commissario Ue per il lavoro Nicolas Schmit: “I progressisti e socialisti lavorano a una proposta forte, inclusiva e ambiziosa per l’Europa e per battere le destre che nel nostro continente vogliono riportarci verso pericolosi nazionalismi e contrapposizioni sociali. L’Italia è e deve rimanere un Paese chiave dell’Ue. La battaglia politica deve mettere al centro le persone, il progresso sociale e una transizione giusta”.