ROMANO PRODI ATTACCA IL CENTRODESTRA SUL TEMA MES: “RICATTA L’EUROPA”
Secondo l’ex Premier Romano Prodi, la riconferma dei dubbi manifestati dal Governo Meloni sulla ratifica della riforma MES è un tentativo per continuare a “ricattare” l’Europa su altri temi: lo dice il “federatore” dell’Ulivo nella lunga intervista a Francesco Bei per “La Repubblica delle Idee”, apparsa poi stamane anche sul quotidiano del gruppo GEDI. Secondo Prodi, la destra in Europa si sta affermando perché porterebbe avanti “due paure”: «quella delle tasse e quella dell’immigrazione. Bisogna allora spiegare con chiarezza che le tasse ci vogliono ma devono essere giuste e progressive, non flat; e devono servire per il welfare state. L’idea che l’imposta sia un ‘pizzo di Stato – espressione usata dalla premier Giorgia Meloni, ndr – è un’idea che stravolge il sistema democratico».
Prodi da settimane sta “alzando” la voce sul rischio, secondo lui presente, di “autoritarismo” del Governo sulla democrazia: dalle riforme alla Corte dei Conti sul tema PNRR, fino ai diritti e ora pure al MES. Per l’ex Presidente del Consiglio, le mosse della Meloni vanno tenute d’occhio: «Quello che sta avvenendo sul Mes è una cosa surreale perché è una scommessa a perdita zero: se non lo vogliamo usare, non lo usiamo. Viene usato per un ricattino, ma un ricatto di un paese da solo contro 26 non funzionerà mai, perché non crei l’atmosfera per contrattare. Ma c’è quest’idea di far vedere al proprio popolo che si hanno i muscoli per resistere. E questo piace alla destra, anche se non può finir bene, perché gli altri non possono accettare il ricatto di un paese solo».
PRODI E IL “CONSIGLIO” A SCHLEIN PER NON FAR PERDERE IL PD
L’appuntamento tra un anno delle Elezioni Europee 2024 rappresenta un momento da cogliere urgentemente per la sinistra, secondo Romano Prodi: «Saranno decisive sulla direzione da prendere: tornare indietro o andare avanti, e andare avanti significa completare l’Europa, abbandonando il principio dell’unanimità perché con essa non si governa manco un condominio, figuriamoci un continente». Secondo l’ex BCE e Ulivo, bisogna invece procedere come fatto con l’Euro: a maggioranza. «All’Europa serve anche altro, come ha dimostrato la guerra in Ucraina: una difesa comune e una politica estera comune», sottolinea Prodi sempre al convegno di Rep, «altrimenti non esistiamo nemmeno».
Prodi non si immagina un’Europa militarizzata, ma allo stesso tempo auspica «che abbia una difesa sufficiente da custodire la regione intorno all’Europa e il Mediterraneo». Non ne ha solo con il Centrodestra Prodi, anche sul fronte Pd i suoi “consigli” appaiono più come una sorta di aut aut alla giovane neo-Segretaria Elly Schlein: «Se noi recuperiamo il riformismo, noi ricostruiamo un Europa, che se ne può andare in modo assolutamente differente dal recente passato. Il problema è riacquistare una nostra identità, riacquistare le idee fondamentali che ti portano ad avere il diritto di governo». Prodi è sottolinea doppiamente che se il Pd vuole “perdere”, allora occorre «continuare ad andare divisi. Per la vittoria serve un’ampia coalizione». Che è poi la stessa “ricetta” messa in pratica da Romano Prodi per battere due volte Silvio Berlusconi (anche se l’Ulivo non ha evitato la disgregazione del Centrosinistra, anzi…).