Romano Prodi, ex Presidente del Consiglio ma anche della Commissione europea, ha pubblicato sul Messaggero una riflessione sulle norme ambientali europee, che vorrebbero una rapida transizione alla produzione green di energia (eolico e fotovoltaico sopra alle altre), oltre che tutta un’altra serie di limiti. Norme che ritiene essere, a scanso di equivoci, assolutamente fondamentali, oltre che centrali nell’azione politica futura.
Tuttavia, secondo Prodi non si può negare che “l’anno trascorso ha segnato il nuovo record assoluto di produzione e uso del carbone di tutta la storia dell’umanità”, così come il consumo di petrolio rimane “elevato”, con pressi che “si mantengono sostenuti” e “l’International Energy Agency [che] prevede in aumento, dagli attuali 102 milioni di barili ad un nuovo massimo storico di 108 milioni nel 2028”. A fronte di queste cifre, Prodi si interroga su qualche “sarà in futuro il prezzo del gas e del petrolio”, dato che a causa (o per certi versi grazie) alle norme ambientali sono calati “in tutto il mondo gli investimenti nella ricerca e nella messa a punto di nuovi giacimenti” prevedendo “un calo della domanda”, ma con il rischio, ora, che si crei solo “una scarsità dell’offerta“.
Romano Prodi: “Le norme ambientali non devono essere dogmi”
Tornano alle norme ambientali, inoltre, Prodi sottolinea che seppur i richiami e le richieste di aumentare gli investimenti nel settore, “le rinnovabili non raggiungono ancora il 5% dell’energia consumata” nel mondo, così come “sono crollati i prezzi dei minerali rari” per le batterie delle auto elettriche. Segnale, quest’ultimo, che nonostante i proclami europei, “la domanda di auto elettriche, pur aumentata in modo robusto, non sia cresciuta come previsto”.
Prodi, però, ci tiene a precisare nuovamente che le norme ambientali, nonostante questi dati, rimangono fondamentali. Di contro, però, dovrebbero essere “pragmatiche, razionali ed eque. Capaci di raggiungere l’obiettivo, quindi condivise sul piano sociale”. Il punto del suo ragionamento è che quei dati elencati “mettono in luce quanto sia problematico puntare su una sola tecnologia” proibendo addirittura “la possibilità di sviluppare tecniche alternative”. Le norme ambientali, infatti, sottolinea Prodi, ignorano “le potenzialità delle pompe di calore”, ma anche “il nucleare“, fonti energetiche, peraltro, “di particolare interesse per il nostro paese”. L’asticella ambientale, conclude, è giusto che sia sempre alzata, ma le politiche devono altrettanto essere “continuamente aggiornate”, perché “non sono un dogma, ma uno strumento per raggiungere l’obiettivo”.