«Il mondo è cambiato dappertutto. Le democrazie si sono indebolite, i partiti democratici si sono indeboliti ovunque, resistono solo in Germania. In America non ci sono mai stati i partiti, lì si creano sui candidati prima delle elezioni»: così Romano Prodi ai microfoni di Di Martedì. L’ex premier ha analizzato il momento della politica italiana, ma non solo: «La democrazia è fatta di continue formazione, di una selezione naturale, la gente viene messa alla prova. Ora siamo in un periodo in cui sembra che gli allenamenti non contino per diventare campioni».



Dopo aver elogiato Mario Draghi – «Per fortuna che abbiamo trovato un gestore dell’emergenza di grande classe, riconosciuto nel mondo intero, ne avevamo bisogno. Non è un problema solo dell’Italia, il problema è ripensare alla democrazia, a una democrazia che duri e che governi» Romano Prodi è tornato sulla parcellizzazione dei partiti e delle conseguenze alle elezioni: «Io volevo un bipolarismo perché chi governava doveva durare cinque anni e in quei cinque anni poteva fare le cose per il Paese. Quello è il modello che possiamo ancora fare».



ROMANO PRODI: “SALVINI NON PUÓ FARE L’ESTREMISTA”

Entrando nel dettaglio della politica italiana, Romano Prodi ha giudicato così la “svolta” di Salvini: «La Lega ha un elettorato diverso da quello di FdI, deve tenere un doppio equilibrio: non può più fare l’estremista, perché non ha gente che ama l’estremismo. La Meloni è molto più libera». Una battuta anche sulla richiesta di perizia psichiatrica a Berlusconi: «Io ho trovato la cosa molto strana. Mi dividono da Berlusconi tantissimi motivi politici, le diversità rimangono, ma quando si vedono le cose di poco buonsenso uno le deve riconoscere, altrimenti passo io per matto».



Dopo aver bacchettato Enrico Letta qualche giorno fa, Romano Prodi s’è soffermato sul percorso del Partito Democratico: «Letta secondo me aveva l’obbligo di candidarsi, a mio parere deve stare in Parlamento. Il Pd è rimasto l’unico partito, Letta lo sta riorganizzando: ci vorrà molto tanto, perché da troppi anni non si parla di politica. Il partito deve vivere con la gente, Letta si è trovato in questa crisi di lunga durata dei partiti».

ROMANO PRODI TRA GIALLOROSSI E QUIRINALE

«Il M5s, quando è arrivato in Parlamento era in cerca di un’identità e infatti si è diviso. Quando è uscito Di Battista, ha trovato la sua unità», ha proseguito Romano Prodi, prima di analizzare la possibile alleanza strutturale tra Pd e M5s: «Dipende da moltissimi fattori. Io credo che siamo in un periodo di prova. Non mi sono scandalizzato perché in alcune città si alleano e in altre no».

Continuano a circolare voci e indiscrezioni in vista dell’elezione del Presidente della Repubblica e Romano Prodi non si è sbilanciato, smentendo però ancora una volta la sua possibile candidatura: «Chi sarà il dopo Mattarella? Non lo so, io no, lo ripeto. Non so più cosa dire. Io quando ho fatto la battaglia politica sono sempre stato un uomo con idee forti e di parte: a me piaceva stare a Palazzo Chigi, non al Quirinale».