Romano Prodi non si nasconde, vuole avere un “ruolo” in questo Governo Pd-M5s da lui benedetto da tempo per contrastare la Lega di Matteo Salvini e puntare – forse – dritto verso la nomina al Quirinale nel 2023 con un Parlamento suo “amico”. Ieri in una lunga intervista di Lucia Annunziata alla Festa dell’Unità di Ravenna l’ex Premier ha affrontato tutti i temi della crisi di Governo, le sfide politiche del futuro e il rapporto con l’Europa: ma soprattutto ha invocato al Premier Conte la presenza nel prossimo Consiglio dei Ministri di un particolare dicastero: «I flussi migratori gestiti dal Viminale? Secondo me è sbagliato: nel nuovo governo farei un Ministero all’Immigrazione». Cancellare l’epoca di Salvini al più presto, questo il dogma di Romano Prodi che assieme a Renzi ha spinto di più per l’alleanza giallorossa; addirittura lui spingeva per un Governo “Ursula” con anche il nemico eterno Silvio Berlusconi, pur di depotenziare Salvini in un non più Centrodestra ma “pura destra sovranista” più facilmente attaccabile anche dagli ambienti europeisti di Bruxelles. «Ci vuole qualcuno che parli con l’Europa e che ci aiuti a superare e cambiare il trattato di Dublino», spiega ancora Prodi dalla Festa dell’Unità in merito al nodo dell’immigrazione, «non è solo un problema di ordine pubblico ma di futuro del Paese».



PRODI RILANCIA SULLA PATRIMONIALE “CHI HA DI PIÙ, PAGHI DI PIÙ”

L’ex Presidente della Commissione Ue Romano Prodi illustra poi il suo vero erede che può e potrà essere nient’altro che Giuseppe Conte, con buona pace di Renzi, Zingaretti e dei vari big del Partito Democratico: «Uno è sempre contento di avere degli eredi, bisogna vedere cosa gli si lascia […] La situazione è totalmente diversa dai miei tempi. Noi abbiamo vinto con una coalizione organizzata, oggi con l’attuale legge elettorale non si vince mai. Conte sta facendo un esercizio complicato, ma è troppo presto per vederne le conseguenze». In merito al Governo che sta per nascere, nonostante tutte le fatiche l’augurio di Prodi – sempre in ottica anti-sovranismo – è che possa portare lontano: «Un primo accorpamento Lega-Cinquestelle, è stato un matrimonio un po’ tribolato, è durato 14 mesi, adesso c’è una faticosa ma interessante proposta targata M5s-Pd, mi auguro costruttiva. Auguro a Conte di durare più di Prodi». Particolarmente importante il passaggio infine sui temi economici: l’ex Premier e forse prossimo candidato al posto di Mattarella, oltre a stilare una lista di priorità di riforme («redistribuzione del reddito, ambiente, sicurezza, salute e welfare»), attacca duramente la Flat Tax della Lega e contrappone il cavallo di battaglia della sinistra in Italia «Flat tax è una porcheria, non è giusto che uno che guadagna 30mila euro all’anno abbia la stessa aliquota di chi ne guadagna 100mila». Per Romano Prodi serve «una giustizia redistributiva per cui chi ha di più paghi di più»: ovvero l’anticamera, nei fatti, della patrimoniale.



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