«L’Italia può avere un ruolo importante» nella crisi tra Russia e Ucraina. Ne è convinto Romano Prodi, intervenuto oggi a Mezz’ora in più di Lucia Annunziata per analizzare anche i possibili risvolti nei rapporti tra Unione europea, Nato e Stati Uniti con Russia e Cina. «Nessuno ha interesse alla guerra e Draghi arriva in un momento opportuno, poi dipende dalla situazione specifica se avrà un ruolo più importante di Scholz o Macron», ha aggiunto l’ex premier ed ex presidente della Commissione Ue. C’è un fatto grave, però, ed è il fatto che «è cominciata la tensione interna», quindi bisogna avviare un lavoro di de-escalation nelle province più vicine alla Russia. Prodi ha sottolineato il fatto che l’Italia è nella Nato e deve agire in virtù di ciò, ma è importante anche che abbia «un ruolo attivo perché ci sono interessi dei singoli paesi».
Inoltre, recrimina il fatto che l’Europa non abbia un suo esercito: «Dovremmo spendere di più ma saremmo più protetti». Lo dimostra il caso Afghanistan: «Non avremmo assistito alla follia del ritiro Usa dall’Afghanistan senza nemmeno essere avvertiti». D’altra parte, l’Italia potrebbe essere indebolita nel lavoro di mediazione dalla dipendenza dalla Russia sul piano energetico. «Posto che l’Italia non è la controparte bisogna vedere cosa gli chiedono i russi e cosa può garantire Draghi, forse gli chiederanno un intervallo, di cominciare un dialogo su alcuni punti specifici e dipende anche dall’ambito di libertà, di autonomia che può avere». Di sicuro il fatto che i rapporti con la Russia siano sempre stati buoni rappresenta un aspetto positivo.
PRODI “PUTIN CHIEDE ANCHE COSE GIUSTE”
Per Romano Prodi bisogna avviare una pace attiva, altrimenti la soluzione non può essere raggiungibile. «Questa guerriglia è durata sette anni ed è ricominciata in maniera più sanguinosa negli ultimi giorni, ma dobbiamo evitare la guerra». L’ex premier si è detto ottimista riguardo il fatto che si possa evitare una terza guerra mondiale, ma ciò è davvero possibile se qualcuno fa il primo passo «su come attuare le autonomie e cominciare a discutere. Le armi tacciono se si apre la parola, se si apre il dialogo». Per quanto riguarda gli accordi di Minsk, Prodi li definisce «vaghi», quindi bisogna affrontare il tema. «Putin chiede 20 cose, magari su due, tre o cinque ha ragione. Il problema è cominciare a discutere di cose concrete». Prodi ha affrontato anche il capitolo energia a Mezz’ora in più: «Il problema della nostra doverosa alleanza con Usa, che è nostro interesse nel lungo periodo, è che deve anche tener conto della disparità delle conseguenze delle sanzioni».
PRODI “SIAMO NELLE MANI DELLA RUSSIA”
Per l’ex premier la Russia «ha tre armi in mano». Una è la guerra, l’altra è il grano, la terza è il gas, «senza il quale non potremmo cavarcela, qui siamo nelle mani della Russia». L’invito di Romano Prodi è a ragionare con la testa, perché «in alcuni campi Putin ha il coltello dalla parte del manico, in altri campi è debolissimo». Infine, Prodi si è occupato della Cina, che c’è anche se non si vede nella crisi tra Ucraina e Russia. «Giusto qualche dichiarazione, ma la sua strategia è crescere, costruire alleanze e in qualche modo non sembrare mai aggressiva». La presenza della Cina e l’attenzione degli Stati Uniti verso l’Oceano Pacifico rendono più forte Vladimir Putin per Prodi. «La Cina, come la Chiesa cattolica, ragiona in termini di secoli, non di giorni, ragiona a lungo termine», ha concluso da Lucia Annunziata.