Romano Prodi ha definito “dibattito surreale” quello relativo all’aumento delle spese militari. Ospite del programma PiazzaPulita su LA7, l’ex presidente del Consiglio ha detto la sua sulla discussione frequente negli ultimi giorni sull’aumento delle spese militari fino al 2% del Pil. Prodi non demonizza l’aumento in sé, bensì il contesto nel quale questi arriverebbero: “Questi aumenti di spesa, che bisogna fare per avere la difesa, si debbono fare quando si è fatta un politica estera e della difesa europea comuni”.



La preoccupazione dell’ex Premier è legata alla Germania, che ha aumentato in modo consistente il bilancio di difesa. Secondo Prodi: “Io sono molto preoccupato del fatto che la Germania abbia di molto aumentato il suo bilancio della difesa, che doveva fare. Però fare prima questo e poi vedere chissà quando una politica europea comune è pericoloso perché, voglio dire, lei stanzia 100 miliardi di euro, l’industria tedesca comincia a lavorare sulle commesse, e le politiche dei diversi stati si dividono”. Secondo il politico, la difesa comunitaria è dunque da rafforzare: “Se non lo facciamo adesso non lo facciamo più. Non c’è l’unanimità, allora bisogna fare come con l’euro, una cooperazione rafforzata”.



Prodi: “Armi all’Ucraina? Non avevamo scelta”

Nel corso della puntata di PiazzaPulita, Romano Prodi ha parlato anche delle forniture di armi arrivate dall’Italia all’Ucraina: “Più che abbiamo fatto bene non avevamo alternative, c’è stata una vera aggressione. Non è un caso che tutta l’Europa abbia agito assieme, di solito siamo divisi ma in questo caso era quasi uno stato di necessità”.

Secondo l’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea:  “Il problema è che non si inneschi qualcosa di più tragico, di più grave ancora”. In conclusione, l’ex Premier ha parlato delle parole di Joe Biden sul presidente russo Vladimir Putin: “Un presidente americano smentito dai suoi, dal segretario di Stato, significa che qualche esagerazione l’aveva fatta. Perché l’hanno smentito? Perché non si creino delle reazioni imponderabili, imprevedibili. Anche la guerra fredda aveva le sue regole, anche nei momenti più difficili c’erano dei contatti, dei colloqui, mai possibile che adesso ci sia questa specie di muta ferocia? E l’Europa in mezzo”.