L’attenzione per l’ambiente negli ultimi decenni è aumentata ma ancora non basta per risanare gli enormi danni creati nel corso degli anni. Certamente è aumentata la consapevolezza anche nella raccolta dei rifiuti: ormai quasi in ogni paese è obbligatoria la differenziata. Si cercano inoltre di evitare tutte quelle pratiche che possano inquinare o danneggiare il nostro pianeta, come tenere l’acqua aperta per tropo temo. Uno dei problemi più importanti riguardo all’ambiente, però è la plasticache sta inquinando i mari e le acque, oltre che le nostre città.



Quella che sembrava un’invenzione materiale indistruttibile, in realtà lo è: per smaltire un oggetto di plastica ci vogliono centinaia di anni. Studiando materiali biodegradabili, che non abbiano impatti con l’ambiente, gli scienziati stanno provando a sostituirla, come è successo già con la carta. I ricercatori hanno infatti studiato materiali alternativi usa e getta, per evitare l’aggravarsi dell’inquinamento e sostituire determinati prodotti, come accaduto anche con le cannucce. Prodotti non di certo indispensabili ma comunque molto utilizzati. Solitamente sono di materiale plastico: da poco sono state sostitute principalmente con quelle di carta.



Analizzati 39 tipi di cannucce

La carta, che ha sostituito la plastica in molti prodotti, non sarebbe meno inquietante della plastica. Secondo una ricerca dell’università di Anversa, la carta con cui si producono gli oggetti in questione, è immersa in una sostanza che la rende impermeabile ricca di elementi perfluoroalchilici (PFAS), molto dannosa per l’ambiente e la salute. I ricercatori, per lo studio in questione, hanno analizzato 39 tipi di cannucce di varie marche in vetro, plastica, metallo carta e bambù. In queste è stata rilevata la presenza di PFAS, tranne in quelle di metallo.



La sostanza chimica si decompone molto lentamente rimanendo nell’ambiente a lungo, come succede proprio con la plastica. Le sostanze possono rimanere nell’ambiente anche per migliaia di anni tanto da essere rinominate, come spiega TgCom24, “forever chemical”. Conseguenze disastrose, inoltre, anche per la salute dell’uomo: il pericolo è collegato alla quantità ingerita o anche dispersa nell’ambiente. L’unica soluzione, dunque, è imparare a farne a meno.