“Il Parlamento europeo continua a far evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza bisogno di investire alcun fondo pubblico, rafforzando il ruolo dei consorzi, la protezione di Dop e Igp, e la trasparenza verso i consumatori”. Così Paolo De Castro, relatore dell’Europarlamento per il nuovo regolamento Ue sui prodotti Dop e Igp, commenta l’approvazione all’unanimità del testo di riforma della materia in commissione Agricoltura. Un testo che recepisce ben 46 emendamenti condivisi dall’Italia.



“Abbiamo introdotto – rivendica De Castro – l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto Dop e Igp il nome del produttore e, per i prodotti Igp, l’origine della materia prima principale. Ma non solo. Su spinta dei nostri produttori di qualità, abbiamo potuto eliminare quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre indicazioni geografiche, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o addirittura del Prosek made in Croazia. In particolare, è stato chiarito come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp”.



Ma le novità riguardano pure il mondo digitale. I prodotti Dop e Igp “beneficeranno – prosegue De Castro – di protezione ex-officio anche online. Nel caso in cui vengano utilizzati come ingredienti, sarà invece necessaria un’autorizzazione scritta da parte dei rispettivi consorzi di tutela, a beneficio dei quali proponiamo anche di semplificare le norme per la registrazione e la modifica dei disciplinari di produzione”.

L’Europarlamento ha preso poi una posizione anche su uno dei punti più discussi del regolamento, e cioè il ruolo dell’Ufficio europeo dei brevetti, l’Euipo: “Con il testo adottato, con cui andremo al negoziato con i ministri già prima dell’estate – dichiara De Castro – chiariamo che dovrà avere un ruolo puramente consultivo e su questioni tecniche, mentre l’interlocutore principale dei produttori resterà la Direzione Generale agricoltura della Commissione Ue, consolidando il legame tra i marchi della qualità europea e lo sviluppo delle aree rurali”.



Si potrebbe però pensare che quelle discusse in sede europea siano solo questioni giuridiche, materia di specialisti del diritto. Così non è. La riforma promette infatti di rappresentare un vero punto di svolta in materia di indicazioni geografiche. “Con questo regolamento – precisa De Castro – creeremo un vero testo unico europeo sulle produzioni di qualità, che rafforzerà la protezione, la promozione e la sostenibilità delle nostre Indicazioni geografiche, conosciute in tutto il modo come sinonimo di qualità ed eccellenza, grazie alla passione e alla competenza dei nostri agricoltori e produttori”.

Una valutazione che ha trovato immediata eco presso le associazioni di rappresentanza del vino, tra le maggiori sostenitrici dell’iniziativa. “Si tratta di un passaggio cruciale per il futuro del settore vitivinicolo europeo e, più in generale, di tutte le eccellenze agroalimentari di qualità – afferma la presidente di Federvini Micaela Pallini -. Gli emendamenti approvati rappresentano un’occasione unica per arrivare a un riassetto generale della normativa, colmando le lacune che alcuni recenti accadimenti avevano messo in luce. Ringraziamo quindi il Parlamento europeo per l’attenzione mostrata ai comparti rappresentati da Federvini, in particolare per la volontà di riaffermare la centralità del settore vitivinicolo all’interno del nuovo regolamento unico sui prodotti di qualità, così come per aver voluto mettere in sicurezza alcune peculiarità che caratterizzano nel profondo il settore vitivinicolo italiano come la definizione di vino a Igp”.

E dello stesso tenore è anche il commento di Unione italiana vini (Uiv), associazione cui fa capo l’85% dell’export italiano di vino, che in una nota ufficiale esprime soddisfazione per l’inclusione all’interno della riforma del settore enologico, “per la definizione di vini Igp, la protezione dei nomi geografici contro possibili evocazioni e le nuove disposizioni volontarie sulla sostenibilità del vino”. “Tutti gli emendamenti, fortemente richiesti e condivisi da Uiv, hanno riscontrato in commissione Agricoltura esito positivo – si legge in una nota -, e questo è motivo di plauso nei confronti di un’istituzione europea che ha ben recepito l’importanza del nuovo regolamento Ue sui prodotti Dop e Igp. Il pericolo di tenere disancorato il vino dal sistema di protezione dei prodotti di qualità è stato scongiurato, e questa è la vittoria più importante, ma non l’unica: la riforma permetterà infatti di fare passi avanti notevoli in materia di protezione delle denominazioni in ambito internazionale, di chiarimento delle regole produttive sui vini a Igt e di semplificazione delle procedure relative ai disciplinari”.

Ora l’iter prevede, prima dell’estate, la discussione in sede plenaria del Parlamento europeo e infine – entro l’anno – gli incontri del trilogo (Parlamento, Commissione e Consiglio) per approvare definitivamente il nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità. I tempi, insomma, potrebbero essere stretti. Sul piatto del resto c’è una Dop Economy che vale, a livello europeo, quasi 80 miliardi di euro. “Non si tratta dunque più di una semplice questione culturale di qualche Stato membro, ma di un vero patrimonio economico, sociale e politico europeo”, conclude De Castro.

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