Pasquale Pellicani, il prof colpito con una pistola a pallini a Bari in classe, ha deciso di non denunciare i colpevoli. “Non voglio rovinare penalmente questi due studenti che sono ancora minorenni. Sono un uomo di fede, perdono, non voglio aggravare la loro situazione. Per me è meglio così”, ha affermato in una intervista al Corriere della Sera. Al tempo stesso, però, vuole una pena esemplare. “Stiamo immaginando una sanzione che, sotto il profilo disciplinare, sia forte. Certamente chiederò l’espulsione dei due. Credo che la sospensione sia troppo poco”.
Gli studenti coinvolti sono due: quello che ha sparato e quello che ha portato in aula la pistola. “Sono figli della Bari bene, provenienti da ottime famiglie, vestiti con indumenti firmati. Per me è il primo anno in questa classe. Ma so che non ci sono delinquenti, forse in quel caso avrei avuto paura”. L’aspetto che fa arrabbiare il docente è che gli autori del gesto non ne abbiano piena consapevolezza. “Ciò che trovo più grave è che i ragazzi non abbiano capito quel che hanno combinato”.
Prof colpito da pistola a pallini: “Non denuncerò ma i colpevoli vanno espulsi”. Il racconto
Pasquale Pellicani, il prof colpito con una pistola a pallini in classe, è dell’idea che il problema in questione sia purtroppo diffuso nelle nuove generazioni, con cui sta quotidianamente a contatto. “I giovani hanno una percezione diversa della realtà rispetto al passato. Ecco come si spiegano i fatti di cronaca delle ultime settimane, penso agli stupri o alle aggressioni. È come se non ci si rendesse conto della gravità di taluni gesti. E credo che parte della responsabilità sia delle famiglie, che non danno le giuste indicazioni ai figli. Non si tratta di episodi isolati. Si vive tutto come se fosse un gioco, una bravata”, ha riflettuto.
È per questo motivo che chiede l’aiuto del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il quale sta attenzionando il tema. “Penso che i professori, tutelati da norme interne più rigide, riacquisirebbero anche un po’ dell’autorevolezza che hanno perduto negli ultimi anni. Ci capita spesso di dover lottare da soli. Sempre più spesso accade che i dirigenti scolastici tutelino l’utenza, più che il corpo docente. Parlo per me, soprattutto dopo quello che mi è successo: nella scuola pubblica italiana non mi sento più sicuro”, ha concluso.