Sono troppi gli alunni che cambiano insegnante di sostegno, ben il 60% degli studenti disabili è costretto a cambiare docente ogni anno, con tutto ciò che ne consegue. Un tema su cui si è soffermato ieri il quotidiano IlSole24Ore, sottolineando quali siano gli interventi del ministero dell’istruzione, capitanato da Giuseppe Valditara, per ovviare al problema. L’idea del ministro, sottolinea il giornale, è quella di sfruttare l’avvio dei nuovi percorsi abilitanti per aprire una “corsia preferenziale” per ottenere la conferma l’anno successivo dei supplenti annuali, fino al 30 giugno su richiesta delle famiglie. In Italia nell’anno scolastico 2022-2023 si contavano 338mila studenti disabili a fronte di 228mila insegnanti a loro dedicati, di cui 218mila nella scuola statale, con un incremento su base annua del 10 per cento dei docenti.



Quest’anno il Mim ha nominato 13.358 docenti di sostegno, tutti destinati a rimanere nel posto assegnato per tre anni, così come per tutte le future assunzioni. C’è però da dire, specifica ancora IlSole24Ore, che ci sono 67mila insegnanti che non hanno una formazione specifica per il sostegno, ma che vengono utilizzati per soppesare la mancanza di figure specializzate, fenomeno più frequente in particolare al nord. C’è anche, spesso e volentieri, un ritardo nell’assegnazione: a un mese dall’inizio della scuola solitamente il 12 per cento degli insegnanti di sostegno non risulta essere assegnato.



PROF DI SOSTEGNO, 60% STUDENTI NE CAMBIA UNO ALL’ANNO: DUE INTERVENTI DA PARTE DEL MINISTERO

Valditara è quindi pronto a correre ai ripari attraverso il Ddl semplificazioni che arriverà a breve attraverso uno dei prossimi consigli dei ministri, e che dovrebbe contenere un doppio intervento. Prima di tutto, si specificherà che ai percorsi di specializzazione sul sostegno potranno accedere anche docenti non già abilitati.

Secondariamente, si cercherà di consentire la conferma dei supplenti di sostegno annuali, e fino al 30 giugno su richiesta delle famiglie e con l’assenso dell’insegnante. “Purché l’interessato sia in turno di nomina per quel tipo di supplenza”, precisa il quotidiano, secondo cui si tratta però di una panacea ma non di una cura, fino a che 100mila prof di sostegno resteranno sull’organico di fatto e non di diritto.