La vicenda di una prof licenziata dalla scuola cattolica in cui lavorava poiché lesbica si è conclusa in tribunale a distanza di anni. Era il 2014 quando alla donna non era stato rinnovato il contratto poiché i dirigenti credevano che potesse avere una relazione con una persona del suo stesso sesso. Un comportamento ritenuto discriminatorio in tutti i gradi di giudizio. È per questa ragione che in via definitiva, secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, la Sezione Lavoro della Cassazione ha sentenziato che l’istituto della provincia di Trento dovrà risarcire la docente.



Già la Corte d’Appello di Trento, nel 2017, aveva condannato la scuola cattolica a risarcire alla diretta interessata per 30.000 euro a titolo di danno morale e per 13.329 euro a titolo di danno patrimoniale, nonché alle associazioni Cgil del Trentino e Associazione radicale Certi diritti la somma di 10.000 euro ciascuna a titolo di risarcimento. Era stato dunque presentato ricorso. Quest’ultimo, tuttavia, è stato rigettato: la Cassazione ha infatti confermato la condanna. Inoltre, l’istituto dovrà pagare le spese legali per 9.870 euro.



Prof licenziata da scuola cattolica perché lesbica: la sentenza della Cassazione

La libertà di insegnamento di cui dispongono gli enti religiosi non può essere usata per discriminare i dipendenti in base all’orientamento sessuale. È sostanzialmente questa la sentenza emanata dalla Cassazione in merito al caso della prof licenziata da una scuola cattolica perché lesbica. “Parte ricorrente invoca disposizioni, anche costituzionali, a fondamento della libertà di organizzazione dell’Istituto religioso, ma non spiega adeguatamente come questa libertà possa legittimare condotte apertamente discriminatorie come quelle ritenute ed accertate dai giudici trentini”, si legge nell’ordinanza della Sezione Lavoro.



Il mancato rinnovo del contratto nei confronti della docente in virtù della sua relazione con un’altra donna, dunque, costituisce un illecito. È per questa ragione che la scuola cattolica sarà costretta a risarcire la professoressa a distanza di ben sette anni dal licenziamento.