Le scuole chiedono che il prof tutor sia inserito anche alle scuole medie e non solo alle superiori. Il docente tutor è una delle due figure, insieme al docente orientatore, che il Ministero dell’Istruzione e del Merito intende introdurre nel triennio delle superiori per combattere la dispersione scolastica e valorizzare i talenti degli studenti. Le scuole medie, però, chiedono che queste due professionalità siano inserite anche nel ciclo precedente alle superiori.
“Sono due figure fondamentali per rendere la scuola sempre più attiva, specialmente per aiutare nelle situazioni legate ai non pochi disagi degli studenti post emergenza Covid, che si ripercuotono anche sulle scelte universitarie – ha spiegato Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma, al quotidiano Il Tempo – e che crediamo sia essenziale estendere alla scuola media. Perché le difficoltà di apprendimento, dal punto di vista soprattutto del carattere, le vediamo accentuate già dalla secondaria di primo grado”. Ma non solo, perché per Rusconi “sarebbe pure interessante orientare i ragazzi nel migliore dei modi dopo il terzo anno di scuola media”, delineando così l’importanza che potrebbero rivestire i prof tutor e orientatore. In particolare, ritiene “molto positivo l’elemento della valutazione delle competenze acquisite dai docenti e auspico che le due figure siano ‘di sistema’”, dunque stabili negli istituti scolastici italiani. E non solo nelle superiori.
Prof tutor alle scuole medie, l’appello dei presidi: “non siano figure evanescenti ma stabili”
Prof tutor anche alle medie assieme al prof orientatore, queste due figure saranno finanziate con i soldi del Pnrr per essere attive nel triennio delle scuole superiori ma i presidi domandano la loro estensione anche al ciclo precedente. Mario Rusconi, sentito da Il Tempo, chiede che siano “non ‘evanescenti’ come, ad esempio, quelle dell’animatore digitale, del bibliotecario o del referente Covid o anti-bullismo” invocando “uno status permanente all’interno della scuola, che la loro funzione, cioè, venga inserita in una progressione di carriera che possa mettere l’Italia sulla stessa scia di quanto sta accadendo in quasi tutti i Paesi Ocse”.
Ancora non è chiaro chi rivestirà il ruolo di prof tutor e docente orientatore, in particolare resta da capire se dovranno dividersi tra l’insegnamento in classe, la frequenza dei corsi di formazione e i loro nuovi compiti. Rusconi ipotizza che possa trattasi di “docenti distaccati dall’insegnamento o che abbiano ore residuali”, ma i sindacati sono ancora i disaccordo sulla questione.