Gian Vincenzo Zuccotti è il presidente della facoltà di Medicina all’università di Milano e il primario di Pediatria all’ospedale dei bambini della Madonnina, e recentemente ha parlato della campagna vaccinale, dei suoi risvolti e di come sarebbe opportuno procedere ora in un’intervista a Libero. Zuccotti sostiene che “continuare a proporre richiami vaccinali ogni quattro o cinque mesi come si sta facendo adesso, a mio avviso, non va bene”. Sui vaccini per il covid dice che sono “importantissimi” e non vuole essere frainteso in questo, “ci hanno salvato la pelle”, ma al contempo la strategia dei continui richiami non è più efficiente.
In merito alla campagna vaccinale per la quarta dose il professor Zuccotti parla chiaro, il flop che si registra per ora nelle adesioni è dovuto a diversi motivi. “Si parla meno di coronavirus”, innanzitutto, ma anche la percezione comune della gente che “si sente più tranquilla” perché ormai vaccinata. A questo ha contribuito anche “l’errore di comunicazione” che c’è stato nell’approvazione ad appena 10 giorni di distanza, da parte dell’Ema, dei vaccini specifici per Omicron 1 e Omicron 5. Per Zuccotti “è normale che un cittadino si chieda ‘Ma allora cosa mi faccio? Questo è già superato’”, e sarebbe ora opportuno concentrarsi sui “livelli anticorpali”.
Professor Zuccotti: “Occorrono interventi vaccinali mirati”
Secondo il professor Gian Vincenzo Zuccotti, quindi, i vaccini conservano la loro importanza, ma è anche giustificabile la confusione e la stanchezza delle persone, che non sanno dove orientarsi e si stuferanno di fare richiami su richiami di vaccino per il covid. Per avere “una campagna vaccinale efficace” secondo il professore, è importante “concentrare gli sforzi” sugli anticorpi. Lui parla di titolazione anticorpale, ovvero “uno studio che ci dica che chi ha un certo numero di anticorpi non si infetta o al massimo si busca una forma di virus” asintomatico o paucisintomatico.
Tramite la “titolazione degli anticorpi”, insomma, secondo Zuccotti, potremmo “vedere quali sono da vaccinazione e quali da infezione”, mentre catalogando gli anticorpi si riuscirebbero a definire un livello di sicurezza. Sopra a quel livello “non succede niente, o succede molto poco, sotto bisogna intervenire”. Ci sarebbero probabilmente degli interventi vaccinali più frequenti, sempre secondo l’opinione del professor Zuccotti, “ma riservati alle categorie che ne hanno più bisogno”. Inoltre, lo screening degli anticorpi sarebbe anche piuttosto semplice ed economico, attraverso appositi test rapidi, “ti pungi il dito e metti due goccine di sangue su una cartina che consegni a un centro di screening” dove poi viene analizzata.
Zuccotti: “Stiamo sviluppando vaccini in pastiglia”
Infine, nella sua intervista rilasciata a Libero, il professor Zuccotti ha sostenuto la necessità di “trovare vaccini alternativi”, utili soprattutto per incentivare le vaccinazioni in quei paesi che attualmente sono ancora indietro e restii a vaccinarsi. In Algeria, per esempio, il vaccino per il covid è stato somministrato appena al 17% della popolazione, mentre rimanendo nell’Unione Europe, in Romania si è fermi al 42%, e per Zuccotti “è un problema”. Sui vaccini alternativi, “l’ideale sarebbe la somministrazione orale”, che abbasserebbe i costi di produzione e di somministrazione. “Ti metti in bocca una pastiglia e vai a casa”, ironizza Zuccotti, ma l’idea è concreta, tanto che il suo team sarebbe già al lavoro proprio su questo fronte. “Al momento stiamo lavorando con i topi”, dice, “e per fine anno speriamo di avere buoni risultati”. Si tratterebbe, inoltre, del “primo vaccino in assoluto” sotto forma di pastiglia.