Roberto Cauda, direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, e docente di Malattie infettive all’Università Cattolica, è stato in collegamento stamane con il programma di Rai Uno, ItaliaSì. Marco Liorni ha incalzato il professore sull’ultimo studio autorevole pubblicato sulla rivista Lancet in merito all’utilizzo dell’idrossiclorochina come farmaco per coronavirus. Nello studio si mette in guardia dall’uso di questo medicinale, considerato più dannoso che benefico per i malati di covid. “E’ stata una doccia fredda l’articolo di Lancet – dice Cauda parlando con Marco Liorni – la clorichina non è il proiettile magico come dicono gli americani, e soprattutto non è il farmaco per curare il covid, ma è stato ampiamente utilizzato in questi mesi come cura, ed è stato d’aiuto. Questa doccia fredda di Lancet – ha proseguito – è basata su uno studio retrospettivo che 200 ricercatori hanno verificato, segnalando dieci criticità. L’Oms ha cautelamente bloccato la clorochina (anche l’Aifa il giorno 29 maggio), ed era giusto farlo sulla base di questi dati”.



PROFESSOR CAUDA: “TUTTO CIO’ CHE RIGUARDA IL COVID VIENE AMPLIFICATO”

“In tempi normali non sarei stato in tv a parlare di clorochina – ha aggiunto Cauda – ma tutto ciò che avviene in periodo di covid viene amplificato dai media e giustamente riportato all’opinione pubblica”. Sull’idrossiclorochina, però, Cauda non chiude definitivamente: “Credo ci sia un dibattito in corso, era giusto aprirlo, e credo che l’opinione pubblica possa essere relativamente tranquilla, perchè anche se lo studio in questione è importante, non significa la parola fine ma si apre un dibattito”. Liorni ha quindi incalzato il prof in merito alle recenti parole del primario del San Raffaele, Zangrillo, circa il fatto che il covid fosse meno aggressivo rispetto a qualche mese fa: “A riguardo mi posiziono nel realismo, giudico dai numeri e dai lavori pubblicati. Credo che si stiano esaurendo i casi più gravi ma questo è dovuto all’effetto del lockdown. Il virus ad oggi non sembra aver subito mutazioni che ne influenzino la gravità clinica. Staremo a vedere, io penso che se le persone avranno il senso di responsabilità a cui più volte abbiamo auspicato e se le autorità sanitarie faranno i controlli, la situazione migliorerà”.

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