Lo sapevo. Prima o poi sarei finito anche sulla pagina sportiva. E infatti ci sono finito.

Domenica pomeriggio, nel campetto dell’oratorio, nel quadro di una serie di partite tra bambini delle elementari, c’è stato un avvenimento che oserei dire storico, almeno per me e per qualcun altro.

Il clou del pomeriggio è stata la partita tra la “pistolinskaya nazionale dell’Ucraina” e la “pistolinskaya nazionale dell’Italia”. In altre parole, una partita tra una squadra di prima e seconda elementare di bambini ucraini ospiti di famiglie del quartiere e una squadra dei loro nuovi compagni di classe.



Vista l’importanza dell’avvenimento ha accettato di essere presente l’ex vice allenatore della nazionale di calcio dell’Ucraina, Mauro Tassotti, ex grande calciatore del Milan di Sacchi e della nazionale italiana. Prima dell’inizio della partita ha ricordato, commosso, il suo lavoro in Ucraina e l’amicizia col suo capo-allenatore, Andrij Shevchenko, ora oppresso dal dolore e dalla preoccupazione per il suo popolo e la sua famiglia.



Il momento più commovente però è stato quando un ragazzino del gruppo dei cosiddetti cavalieri ha suonato col flauto i due inni nazionali, cosa che aveva provato per tutta la settimana.

In quel momento i piccoli ucraini hanno cominciato a cantare tutti il loro inno, quasi fossero coscienti della “sacralità” del momento. E allora a piangere, lo confesso, non sono state solo le loro mamme. 

Poco importa di quello che è stato il risultato della partita. Comunque ci è andata meglio che con la Macedonia del Nord. Il 2 a 2 finale è stata la premessa dell’attesa premiazione. Al posto di una coppa da dare a qualcuno c’è stato un gigantesco uovo di Pasqua diviso tra tutti i partecipanti, genitori compresi.



Su quel campetto si è celebrato un rito di amicizia dove la preghiera finale alla Madonna in due lingue è stata condivisa da tutti, anche da chi non va mai in chiesa e forse all’inizio aveva avuto qualche difficoltà a entrare in un oratorio.

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